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Chiellini torna a casa da campione d’Europa: “Sono un bimbo di Livorno”

Apprezzato non solo per la bravura ma anche per l’atteggiamento che ha portato in campo (sempre pronto a consolare i compagni e a scherzare in ogni momento), Giorgio Chiellini è stato festeggiato e omaggiato dalla città dove ha toccato i suoi primi palloni

Chiellini al Museo della Città di Livorno

“Di strada ne ho fatta tanta, ma Livorno rimane il mio angolo privato dove Chiellini calciatore stacca e si carica di salmastro. Nelle brevi pause in cui posso tornare a Livorno, le tappe sono: stadio, mare e casa. Alla fine sono gli affetti che valgono davvero nella vita” .

Giorgio Chiellini, il capitano dell’Italia campione d’Europa, il difensore che a 37 anni annulla Lukako, quello che prima dei calci di rigore della semifinale di una competizione internazionale ride e scherza di fronte alla faccia attonita di Jordi Alba, lui, capitan Chiellini, il muro, quello che o con le buone o con le cattive la porta la difende sempre, visibilmente emozione è stato celebrato e omaggiato nella sua Livorno dal sindaco Luca Salvetti con un piatto in argento e una pergamena a ringraziamento per “la straordinaria impresa di aver condotto la Nazionale di calcio sul tetto d’Europa”.

Questa Italia campione d’Europa ha il suo volto e la sua firma. Lo hanno ben capito i tedeschi che hanno coniato un termine per definire non tanto il giocatore quanto lo stile e l’atteggiamento che Chiellini ha portato in campo: Chiellinigkeit . Il 12 luglio, all’indomani del trionfo azzurro, il quotidiano Zeit scriveva:“Tutti noi vogliamo essere come lui. Chiellini non è un difensore, ma uno stile di vita (…)”.

Una vecchia roccia, un porto sicuro per i compagni, sempre pronto con umiltà a mettersi a loro servizio e a consolarli come ha fatto con Locatelli dopo il rigore sbagliato con la Spagna, e sempre altrettanto pronto ad alleggerire la tensione: sorride, scherza, abbraccia. Si diverte e fa divertire. Si emoziona ed emoziona. Al Quirinale ha ricordato l’amico Davide Astori e su Twitter ha dedicato la vittoria all’Italia e a chi ha combattuto su altri campi, forse ben più duri di Wembley.

Cuore, grinta e carattere a Chiellini non mancano di certo. E sono proprio queste le virtù che la città di Livorno ha voluto esaltare del loro concittadino nella targa che gli hanno consegnato: “La Città di Livorno al Capitano della Nazionale Campione d’Europa. Cuore, grinta e carattere labronico. Grazie Giorgio”.

“Ad alzare la Coppa è stato un “ragazzo” livornese, nato dal punto di vista calcistico a Livorno e diventato in pochi anni il difensore più apprezzato al mondo. Con questa onorificenza vogliamo sottolineare anche l’aspetto umano che caratterizza Chiellini, legatissimo alla sua città ed agli amici di sempre”, è stato il commento del sindaco Luca Salvetti, tra l’altro il primo in assoluto a intervistare il giocatore quando era un giovanissimo giocatore del Livorno e la squadra era allenata da Osvaldo Jaconi.

Salvetti che allora faceva il giornalista chiede al mister di intervistare un giocatore e Jaconi mandò proprio Chiellini che prima di parlare ci tenne a precisare che era la sua prima intervista. La prima di una lunga serie.

Dal campo di Livorno Chiellini di palloni ha ha toccati parecchi ma non si è mai allontanato troppo dalla sua città natale: “Sono un bimbo di Livorno– ha detto il campione durante il giro per la città a salutare i tanti che si erano radunati in piazza del Luogo Pio per fotografie e autografi – A differenza di tanti miei colleghi calciatori sono cresciuto nella mia città ed ho trascorso qui l’adolescenza e i primi anni di professione. Ho vissuto la giovinezza spensieratamente come la maggior parte dei giovani semplici, rimanendo vicino alla mia famiglia ed ai miei amici. Sono stato fortunato ad incontrare l’allenatore Osvaldo Jaconi e Igor Protti, i quali mi hanno insegnato a diventare un uomo calciatore. Fuori dal campo ero timido e mi sentivo inadeguato. Loro mi hanno insegnato molto ed io mi sono fatto voler bene. Hanno un posto speciale nel mio cuore”. E lui nel loro, in quello dei livornesi, degli italiani e a quanto pare anche in quello dei tedeschi.

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