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Confartigianato: a rischio un terzo delle imprese in Toscana

L’artigianato toscano è tra i più colpiti a livello nazionale: il fatturato delle aziende del 2020 sarà circa il 30% in meno rispetto al 2019

Artigianato

La crisi innescata dall’emergenza sanitaria ha colpito duramente il settore dell’artigianato in tutta Italia e in modo particolare in Toscana.  Secondo i dati di Confartigianato a livello nazionale una impresa artigiana su tre rischia la chiusura e “i dati in Toscana rispecchiamo questo trend per i quali la crisi provocata dalla pandemia ha già messo a rischio il 32% degli artigiani e delle piccole aziende” ha sottolineato il vicepresidente vicario di Confartigianato Imprese Toscana Giovanni Lamioni, commentando le recenti misure decise dal Governo per affrontare la nuova ondata.

L’artigianato toscano è tra i più colpiti

“A questa già drammatica situazione – aggiunge Lamioni- il passaggio delle province di Arezzo, Pistoia e Prato in zona rossa, renderà ancora più difficile la vita delle nostre imprese soprattutto in territori dove storicamente è più alta è la concentrazione delle aziende artigiane”.

Proprio nei giorni scorsi anche Ebret, l’Ente Bilaterale dell’Artigianato Toscano, ha diffuso un report che ha confermato come l’artigianato toscano è tra i più colpiti a livello nazionale. La Toscana nel 2020 è seconda solo alla Lombardia per ammontare di richieste di sostegno al reddito dei lavoratori presentata dalle imprese, la cosiddetta cassa integrazione erogata dal Fondo nazionale Fsba, che è stata di circa 261 milioni di euro.

Fatturato in calo dal 30% al 40%

Il fatturato delle imprese artigiane toscane del 2020 sarà circa il 30% in meno rispetto al 2019, con punte del 40% nella filiera pelle e nel settore dei trasporti.

“Dopo aver investito per adeguarsi ai protocolli anticontagio – prosegue Lamioni – e sostenuto ingenti costi per adeguare le proprie strutture alle mutatecondizioni dei mercati, le aziende si trovano ad affrontare ulteriori chiusure che incideranno pesantemente sui loro bilanci. Il susseguirsi di chiusure e riaperture crea scompensi economico- finanziari e l’impossibilità di programmare le attività. A questo clima di incertezza si somma poi il ritardo nel varo del Decreto ristori, le cui risorse sono ancora in fase di determinazione, e i ritardi da parte dello Stato dei tempi per il trasferimento dei fondi per il pagamento della cassa integrazione del Fsba. Occorrono aiuti immediati, concreti ed adeguati”. 

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