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Dal ritrovamento di un baule ‘misterioso’ nasce la mostra “Turandot e l’oriente fantastico di Puccini, Chini, Caramba”

L’esposizione si snoda su oltre 1.000 metri quadri con oltre 120 oggetti provenienti dalla Collezione Chini del Museo di Antropologia e Etnologia, 30 costumi della prima alla Scala, sette scenografie originali e numerosi altri oggetti

Aprirà il 22 maggio al Museo del tessuto di Prato la mostra “Turandot e l’Oriente fantastico di Puccini, Chini e Caramba” frutto di un lungo lavoro di ricerca durato ben due anni che è nato dal ritrovamento di un misterioso baule che conteneva costumi e gioielli. “L’idea della mostra nasce nel 2018 – ha raccontato il direttore del museo Filippo Guarini – con l’acquisizione da parte del Museo del tessuto di un baule misterioso della soprano pratese Iva Pacetti. All’interno abbiamo trovato costumi e gioielli la cui bellezza e importanza si poteva solo intuire perchè lo stato della conservazione era pessimo. Attraverso gli studi si è capito che si trattava dei costumi e gioielli di scena della prima assoluta alla Scala della Turandot tenutasi il 25 aprile 1926, diretta da Arturo Toscanini. Il restauro è stato possibile grazie alla campagna di crowdfounding “Il costume ritrovato”, poi è venuta l’idea di valorizzare questo ritrovamento in un quadro più ampio che raccontasse anche la genesi dell’opera di Puccini.”

Un’esposizione altamente suggestiva, multidisciplinare e di ampio respiro che vuole ricostruire le vicende che hanno portato il grande compositore toscano Giacomo Puccini a scegliere come scenografo il pittore Galileo Chini e come costumista Luigi Sapelli in arte Caramba. 

Il “sodalizio artistico” tra Puccini e Galileo Chini nacque dalla precisa volontà del compositore di affidare l’ambientazione orientale dell’opera a un artista che l’Oriente lo aveva vissuto veramente da vicino. Galileo Chini, infatti, soggiornò in Siam (attuale Thailandia) per ben tre anni, dal 1911 al 1913, per lavorare alla decorazione del Palazzo del Trono del Re Rama VI. Dal suo soggiorno orientale Chini tornò profondamente affascinato e con un bagaglio di centinaia di manufatti artistici di stile e produzione cinese, giapponese, siamese che influenzarono la sua produzione artistica anche dopo la permanenza in Siam. Gli oltre 600 cimeli orientali furono poi donati dall’artista nel 1950 al Museo di Antropologia e Etnologia di Firenze.

In mostra, dopo decenni di oblio gli straordinari costumi della protagonista dell’opera Rosa Raisa il primo soprano della storia a interpretare il ruolo della ‘Principessa di gelo’, corredati dalla meravigliosa corona realizzata dalla ditta Corbella di Milano nonché dalla parrucca e dallo spillone originali, anch’essi provenienti dal baule di Iva Pacetti.

Sono esposti anche 30 costumi provenienti dall’archivio della Sartoria Devalle di Torino, comprendenti i ruoli primari e comprimari come l’Imperatore, Calaf, Ping, Pong e Pang, il Mandarino  e i secondari: i Sacerdoti, le Ancelle, le Guardie, i personaggi del Popolo.

Dettagli corona abito atto II

Tutti i numeri della mostra

L’esposizione si snoda su oltre 1.000 metri quadri, con un percorso suddiviso in tre sezioni che si sviluppano sui due piani del museo con oltre 120 oggetti provenienti dalla Collezione Chini del Museo di Antropologia e Etnologia,  30 i costumi della prima alla Scala, sette scenografie originali e numerosi altri oggetti come bozzetti originali, disegni, manifesti.

Moltissime le istituzioni coinvolte

Co-organizzatore della mostra è il Sistema Museale dell’Ateneo fiorentino. Ma l’esposizione si avvale anche della collaborazione della Fondazione Teatro alla Scala di Milano, dell’Archivio Storico Ricordi di Milano e della Fondazione Giacomo Puccini di Lucca. Tra gli enti prestatori figurano anche il Museo Teatrale alla Scala e l’Archivio Storico Documentale Teatro alla Scala, le Gallerie degli Uffizi – Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, la sartoria Devalle di Torino, l’Archivio Corbella, la Società Belle Arti di Viareggio e numerosi prestatori privati.

Maschera teatrale tailandese

La mostra ‘vola’ nella televisione cinese

Il presidente di Toscana Promozione Turistica Francesco Palumbo ha dichiarato: “Come Toscana Promozione Turistica cercheremo di essere più attenti al mondo degli eventi. Pensiamo che la Toscana sia importante per il turismo interno e nazionale, non solo per gli aspetti del patrimonio per cui è nota ma anche per le iniziative culturali come spettacoli, mostre, teatro. Promuoveremo la Toscana degli eventi, infatti non si viene in Toscana solo per il patrimonio materiale ma anche per partecipare eventi culturali. In paesi molto lontani noi siamo conosciuti per le arie della lirica, quindi questo rappresenta uno strumento di promozione turistica importante in paesi come Asia, Giappone e America latina. La Toscana degli eventi sarà uno dei sette temi della campana di “Toscana Rinascimento senza fine”. A partire dai primi di maggio inizierà la promozione sui canali nazionali e internazionali. Questa mostra è il primo importante segnale di rilancio e ripartenza del settore e la a Cina è uno dei target della nostra campagna. Sta per partire un progetto che vedrà la realizzazione di otto trasmissioni con la televisione cinese dedicate alla cultura della Toscana, una puntata sarà dedicata proprio alla musica lirica toscana.”

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