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© Fondazione Carnevale Viareggio

Cultura /DANTE 2021

Dante nella storia del Carnevale: la mostra, dai bozzetti ai carri allegorici

Un’esposizione unica di 16 bozzetti originali, oltre a foto, di carri allegorici che hanno sfilato tra il 1926 e il 1953. Il Carnevale di Viareggio racconta la modernità dell’opera dantesca a cui gli artisti continuano a riferirsi per rappresentare la contemporaneità

“Una che mostra dà il senso di quanto Dante sia presente nella contemporaneità della Toscana”. Con queste parole il presidente della Regione Eugenio Giani ha salutato l’apertura dell’esposizione che il Carnevale di Viareggio dedica a Dante a 700 anni dalla morte.

La mostra “DanteVale” – curata dall’architetto Paolo Riani e allestita negli spazi della Galleria d’arte moderna e contemporanea di Viareggio “Lorenzo Viani” – ospita 16 bozzetti originali, oltre a foto, di carri allegorici che hanno sfilato tra il 1926 e il 1953, opere del Carnevale viareggino che consentono di raccontare la modernità dell’opera dantesca a cui gli artisti continuano a riferirsi per rappresentare la nostra attualità.

La prima opera dedicata a Dante è del 1926: il carro “il Ghibellin s’estasia”

Stretto è infatti il legame tra il Carnevale e il Sommo Poeta: la prima raffigurazione di Dante su una costruzione allegorica viareggina risale al 1926. Si tratta del carro dal titolo “Il Ghibellin s’estasia”, opera di Antonio Ghilarducci e Fulvio Puccetti. Tra gli altri maestri carristi che si sono ispirati a Dante per le loro creazioni ci sono anche – tra gli altri –  Sergio Barsella e Carlo Francesconi, con il loro “Letteratura moderna” (1966) o ancora Arnaldo e Giorgio Galli (Un punto in più del diavolo, 1987), Silvano Avanzini (L‘Impero del male, 1989) e – in tempi recenti –  Giampiero Ghiselli (L’amor che move il sole e l’altre stelle, 2017 ) e Carnival Lab Academy – Inferno 2.0 – La Divina Commedia al tempo dei social, 2020.

“Una mostra che racconta da una parte la storia del Carnevale ma anche quanto questo sia cultura” – ha ricordato Maria Lina Marcucci, presidente della Fondazione Carnevale di Viareggio.

mostra DanteVale – © Fondazione Carnevale Viareggio

Palumbo: “Un percorso espositivo crocevia di ricchezza culturale e turistica

“Un percorso espositivo – ha aggiunto Francesco Palumbo direttore di Toscana Promozione Turistica – che esprime la potenza artistica del Carnevale, la capacità di lettura dei maestri artisti, in chiave moderna ed attuale, di Dante che si trasforma in opera visiva. Un crocevia di ricchezza culturale e turistica con il Sommo Poeta protagonista e promotore, contenuti che diventano così motivazione di viaggio per conoscere la storia del Carnevale e i suoi autori, Viareggio, la costa, la destinazione Toscana”.

La mostra sarà visitabile  fino alla fine di agosto alla Gamc nei giorni di mercoledì, giovedì e venerdì dalle 15,30 alle 19,30. L’esposizione dedicata al Sommo Poeta si trasferirà poi a Firenze al Museo Casa Dante, dove sarà visitabile nel mese di settembre.

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Il demonio, ma che cos’è? L’ego, tranquillamente installato nella coscienza, chi più chi meno, chi in un modo chi un altro

A tracciare il filo rosso tra Dante e il Carnevale è stato anche l’editorialista Sergio Talenti.

Una “missione” comune quella dei maestri della satira di cartapesta e del Sommo Poeta. “Dante e Carnevale – scrive Talentisi sono ritrovati d’istinto nel rintracciare con notevole puntualità i potenti di turno. Cosa non facile perché a confondere le acque ci sono sempre i corruttori, gli adulatori e i furbi che si fanno politici, allora come oggi. E’ così che il rapporto fra poesia e maschera ha privilegiato legittimamente l’inferno. Nell’inferno c’è tutto infatti, demonio compreso. Già il demonio, ma che cos’è? Per i due Spiriti eletti non vi sono dubbi: è l’ego, tranquillamente installato nella coscienza, chi più chi meno, chi in un modo chi un altro. Ci ha pensato lo Spirito del Carnevale a personalizzare, disegnare, camuffare, animare e finalmente sbeffeggiare il grande Corruttore. Certamente lo Spirito di Dante era già andato sul sicuro, avendo intravisto in tempo utile quell’oscuro luogo che va dritto all’ombelico della terra, ma lo spirito del Carnevale forse ha fatto qualcosina in più: ci ha riso sopra”.

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