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Ex Gkn, il Collettivo di fabbrica presenta il suo piano di riconversione green con il Sant’Anna di Pisa

La proposta dei lavoratori e degli economisti lancia il settore verso un modello di mobilità sostenibile: tpl, idrogeno verde e robotica. “Una trasformazione del tessuto produttivo toscano”

Il collettivo di fabbrica della GKN – © Andrea Sawyerr

Dopo una lotta durissima che ha garantito posti di lavoro, il Collettivo di Fabbrica della ex Gkn, ora Qf spa,  guarda avanti e pensa al dopo, allo sviluppo: ecco dunque il suo piano di riconversione dello stabilimento di Campi Bisenzio, nel fiorentino, elaborato con la rete di economisti della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Un percorso di transizione sostenibile, visionario che guarda alle generazioni future e allo sviluppo del terriorio. Ci sono componenti meccanici per il trasporto pubblico locale verde, componentistica per la filiera dell’idrogeno verde, e sistemi di robotica collaborativa e sensoristica: sono queste le tre possibili strade.

La lotta di questi mesi, – che ha coinvolto tutti i livelli istituzionali, ma soprattutto cittadini – ha consentito di “salvare la continuità occupazionale e dei diritti. Non siamo riusciti a salvare però la continuità produttiva – spiega Dario Salvetti, delegato RSU ex Gkn –  non era possibile salvare la produzione di semiassi a Campi Bisenzio senza ripensare l’automotive in Italia. Per questo abbiamo proposto una riconversione all’interno del polo pubblico della mobilità sostenibile”.

La proposta sarà portata ai tavoli ministeriali. “La logica del piano è trasformare una crisi in un’opportunità cogliendo le sfide dalla transizione verde, garantendo la stabilità occupazionale e la continuità produttiva in settori ad alta intensità d’innovazione e di valore aggiunto – osserva Andrea Roventini, docente di Economia alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – Il piano innescherebbe una trasformazione del tessuto produttivo toscano costruendo filiere produttive nei settori chiave dell’energie rinnovabili e della mobilità pubblica sostenibile, in linea con gli obiettivi e i fondi del Pnrr“.

Il progetto è caratterizzato inoltre dal ruolo di Invitalia come garante dell’interesse pubblico e da quello del Competence Center Artes 4.0 come soggetto interlocutore per favorire la formazione della forza lavoro, il trasferimento tecnologico e l’adozione di macchinari e tecnologie 4.0. “Artes giocherebbe un ruolo chiave – sostiene Lorenzo Cresti, dottorando di ricerca al Sant’Anna, fra gli estensori del piano – anche nella costituzione, all’interno del sito di Campi Bisenzio, di un distretto della conoscenza che veda lo sviluppo di una relazione virtuosa e non subalterna tra fabbrica e università”.

Non solo, il piano presenta anche risvolti sociali. “Non è solo un progetto tecnico di riconversione – spiega Salvetti – ma si muove verso l’idea di fabbrica socialmente integrata. Quello che vorremmo lasciare chiaro è che questo piano non può prescindere dal ruolo pubblico, sia sotto forma di investitore sia nella creazione di reti virtuose tra formazione e ricerca universitaria pubblica”.

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