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Fiaccole, focarili e falò: rituali invernali dalla Lunigiana all’Amiata

Una tradizione che celebra il rito ancestrale del fuoco, sposando simboli pagani e religiosi, racconta il legame potente e indissolubile tra uomo e natura e che viene replicata in tanti comuni della Toscana

Le Fiaccole di Abbadia San Salvatore - © Itaca freelance

La Toscana è una terra ricca di tradizioni, eventi e rievocazioni con radici profonde nella storia, nel folklore o nell’enogastronomia. Giostre, sagre, palii, ma anche mercati, carnevali, eventi religiosi e processioni: il calendario è veramente ricchissimo di iniziative. Oggi vi portiamo a conoscere un’antica tradizione che ruota attorno al fuoco e che tanti comuni toscani declinano in modo diverso con iniziative ed eventi suggestivi.

Sono due i territori più legati alla tradizione del fuoco: la Lunigiana e l’Amiata, soprattutto nel periodo invernale tra dicembre e gennaio, di questi appuntamenti, vediamoli uno per uno.

Villafranca in Lunigiana

La sera del 5 dicembre, vigilia della ricorrenza della festa di San Nicolò, gli abitanti di questo borgo al confine tra la Toscana e la Liguria usano radunarsi attorno ad un grande fuoco che accendono in onore del santo su una piattaforma, da poco restaurata grazie alle risorse regionali per la rigenerazione urbana, nel parco Tra la Cà. Una tradizione molto antica, a cui i villafranchesi sono profondamente legati e che è portata avanti con entusiasmo da tutte le generazioni del borgo sotto lo sguardo vigile del Castello malaspiniano di Malnido.

Pontremoli

Nel mese di gennaio, due parrocchie del paese si sfidano in una particolare competizione, quella di realizzare il più grande e il miglior rogo. Questa antica rivalità medievale si replica, ogni anno, con due grandi eventi: il Falò di San Nicolò, il 17 gennaio, e il Falò di San Geminiano, il 31 gennaio. Da qualche anno, il 13 gennaio si riaccende anche il tradizionale fuoco di Sant’Ilario, nei pressi del Castello del Piagnaro. I falò di Pontremoli ricordano i conflitti medievali tra guelfi e ghibellini. Questa tradizione viene portata avanti da un nutrito gruppo di volontari che preparano enormi pile di legna e cespugli secchi, ammucchiati in modo strategico in modo che il fuoco e le fiamme possano arrivare a misurare 30 metri di altezza. Il fuoco più alto vince la sfida. La tradizione vuole che la parrocchia vincitrice avrà un anno fertile.

La disfida dei falò di Pontremoli – © Visit Lunigiana

Filattiera

Rimanendo in Lunigiana, un altro appuntamento da non perdere nel primo mese dell’anno è quello in programma il 16 gennaio a Filattiera per il fuoco di Sant’Antonio. Gli abitanti si riuniscono in diversi punti, nel borgo alto, sotto il castello malaspiniano, nei pressi della statale della Cisa dove si trova un’edicola dedicata al Santo, prima della Pieve di Sorano; al ponte di Sotto. In ognuno di questi luoghi viene realizzato un fuoco come buon augurio per gli animali, dei quali Sant’Antonio è protettore.

Abbadia San Salvatore

L’intero paese di riversa nelle strade durante la sera del 24 dicembre per festeggiare il Natale intorno alle “fiaccole”, gigantesche cataste di legno che poi vengono accese. Una tradizione millenaria per questo borgo sull’Amiata dove le vie, nella notte di Natale, si riempiono di luce e di canti. Un appuntamento che viene preparato già dall’autunno quando i “fiaccolai” iniziano a cercare la materia con cui fabbricare questi monumenti rurali unici, frutto di una lavorazione impegnativa che coinvolge tutta la comunità. Intorno alle “fiaccole” il passato si lega al futuro: si celebra così un rito ancestrale del fuoco che, sposando simbolici significati pagani e religiosi, racconta del legame potente e indissolubile tra uomo e natura.

Santa Fiora

Nella serata del 30 dicembre un lungo corteo illuminato dalla luce di molti fuochi percorre le strade e i vicoli di Santa Fiora dove sono allestite e ardono le “carboniere“, grandi pire di legno, e termina davanti al portone di Palazzo Sforza Cesarini, dove viene servita polenta dolce a base del frutto tipico di queste zone, la castagna.

Fiaccolata di Santa Fiora – © Alfonso Fiorentino

Sorano

Anche nel comune di Sorano, sempre sull’Amiata ma nella provincia di Grosseto, la data prescelta è il 30 dicembre, da qui hanno inizio gli eventi per salutare l’anno vecchio e festeggiare l’arrivo del nuovo anno. Nella notte della luce, in piazza Busatti, viene accesa la grande pira e intorno al fuoco si intonano i canti della tradizione. Un modo certamente particolare di celebrare il nuovo anno con i roghi che dalla sera del 30 dicembre continuano a bruciare fino al 1° gennaio.

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