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Foca monaca ripresa all’isola di Capraia con telecamere “invisibili”: c’è il video

La Foca monaca ha scelto l’isola di Capraia come residenza abituale, dopo numerosi avvistamenti dal 2020 in poi, arriva adesso la conferma grazie a un video realizzato con speciali telecamere a infrarossi

La Foca monaca all’Isola di Capraia

Il mare del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e in particolare quello che circonda l’Isola di Capraia è noto per l’eccezionale e preziosa biodiversità dei suoi fondali che accolgono tantissime specie marine come: delfini tursiopi, tartarughe marine, coralli profondi, nursery del nasello, del gambero rosa, del polpo moscardino.

Capraia inoltre è un’area di nidificazione e foraggiamento di uccelli rari e protetti come berta maggiore, berta minore, marangone dal ciuffo e gabbiano corso.

Da maggio 2020 sono iniziate segnalazioni della presenza della foca monaca sulle coste dell’isola considerata a livello mondiale specie in via d’estinzione.

La foca monaca (Monachus Monachus) è infatti una specie rarissima protetta in tutti i paesi ed è inclusa nelle principali convenzioni internazionali per la tutela della fauna e dell’ambiente, firmate e ratificate anche dall’Italia.

In passato veniva catturata e venduta ai circhi oppure veniva uccisa per utilizzare il suo grasso, inoltre è scomparsa anche per uccisione diretta da parte dell’uomo a causa di una certa animosità nei confronti della specie perchè è un predatore intelligentissimo e formidabile che ruba i pesci dalle reti dei pescatori.

A Capraia la Foca monaca era scomparsa e la sua ricomparsa nell’area marina protetta rappresenta una situazione di straordinario valore conservazionistico, completamente inaspettata e imprevedibile dopo circa 60 anni di mancati avvistamenti.

In Italia infatti la specie sopravviveva fino alla metà del secolo scorso in alcune località della Sicilia, della Sardegna e delle isole minori, ma l’assenza di evidenza di attività riproduttive e la complessiva riduzione degli avvistamenti dagli anni ‘80 in poi ha portato a considerare scomparsa la specie dalle coste italiane.

Il video della Foca monaca

Dopo i numerosi avvistamenti degli ultimi anni il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano in collaborazione con l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha deciso di montare telecamere all’interno e all’esterno della grotta frequentata dall’animale.

Si tratta di telecamere invisibili che funzionano anche di notte in totale oscurità e che hanno permesso di fare un monitoraggio in tempo reale della situazione. 

L’accesso alla zona era stato già interdetto a partire dal 24 giugno 2020 un’ordinanza del Parco Nazionale classificandola come zona B, si tratta della zona compresa tra Punta delle Cote a nord e la Baia a sud di Punta delle Cote, nella costa occidentale dell’Isola di Capraia.

Grazie alle videocamere è stato possibile registrare il passaggio di una foca adulta che ha utilizzato la grotta per riposarsi dalle 21 alle 6 del mattino e che in futuro potrebbe usarla anche per riprodursi.

L’avvistamento dimostra che il mammifero marino continua a frequentare in tutta tranquillità il sito costiero e il mare dell’isola di Capraia. 

“Queste immagini sono una conferma straordinaria” – ha detto Giampiero Sammuri presidente del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano – “e ripagano dell’impegno profuso negli ultimi anni. Ritengo che questo sia il risultato anche della sensibilità dei Capraiesi (con in testa l’Amministrazione Comunale retta dalla Sindaca Marida Bessi), della tempestività dei provvedimenti di salvaguardia adottati (ordinanza) e dell’attivazione della vigilanza con le telecamere e con il controllo garantito dalla Capitaneria di Porto. Le immagini realizzate sono emozionanti e ringrazio le ricercatrici di ISPRA per la professionalità e la passione che stanno mettendo in questo progetto che risulta essere uno dei più importanti tra i tanti condotti dal Parco Nazionale nel campo della conservazione della biodiversità. Sono certo che – anche grazie al prezioso supporto da parte di Blue Marine Foundation – avremo modo di implementare le conoscenze relative agli habitat di interesse per questa vulnerabile specie di mammifero marino e realizzare una sempre più efficace opera di sensibilizzazione sulla necessaria tutela del nostro mare.”

 

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