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Glamping: meglio in Italia o all’estero? “La cura per il cibo fa la vera differenza”

Francesco, in arte Franckreporter, è un fotografo professionista di Fucecchio. Abituato a viaggiare per il mondo e appassionato di alloggi particolari, dopo il lockdown ha scoperto i glamping e da allora racconta sui canali social le tante strutture presenti in Italia e non solo. La nostra intervista

Francesco in un glamping

Macchina fotografica alla mano Francesco Salvaggio, fotografo professionista di Fucecchio, immortala le bellezze del mondo per raccontarle su riviste di settore e suoi canali social, in particolare su YouTube dove ha un canale con oltre un milione di visualizzazioni e su Instagram con circa 150 mila follower. Dopo il lockdown ha iniziato ad interessarsi sempre più ai glamping e da circa due anni gira l’Italia per raccontare sul web cosa si prova a fare l’esperienza di dormire dentro bolle trasparenti o in una carovana gipsy originale, o a sorseggiare del buon vino all’ora del tramonto dentro una Starbox nel cuore della Maremma toscana (struttura a metà tra una tenda e una capanna il cui soffitto si apre per far entrare le stelle). In questo video racconta l’esperienza di alloggiare in un Airstream anni ’70:

Il glamping è proprio questo: un nuovo modo e glamour (il termine deriva dalla contrazione delle parole camping e glamour) di concepire il campeggio, prendendo da questo lo spirito del soggiorno a contatto con la natura ma aggiungendoci i comfort e i servizi di un hotel a cinque stelle.

Tapee, iurte, casette sugli alberi, bubble room queste sono le tipologie di alloggio offerte dai glamping e Francesco le ha provate un po’ tutte, dalla Puglia passando dalla Tuscia e dalla Toscana e oltre, fino al nord Italia: “Ho sempre girato il mondo in cerca di alloggi strani o particolari – racconta- ho dormito nei castelli in Scozia e in delle luxury cabin in Lapponia. Con il lockdown non potevo più viaggiare come prima così ho iniziato a dedicarmi alle strutture turistiche che abbiamo in Italia, stava cominciando ad esplodere il “fenomeno glamping”. Era un settore tutto da esplorare con un enorme potenziale tanto che ormai non credo si possa più parlare di una novità, i glamping sono rientrati a pieno titolo nell’offerta turistico ricettiva italiana sull’esperienza di quanto già avveniva in altre parti d’Europa e del mondo”.

Possiamo affermare che stiamo assistendo ad un vero e proprio boom dei glamping?

All’inizio era un tipo di vacanza di nicchia, in parte anche per via del costo del soggiorno (i prezzi per trascorrere una notte nei glamping sono mediamente più alti di quelli per l’affitto di una piazzola: si va dalle 60/80 euro per trascorrere una notta dormendo dentro una casetta sull’albero, ai 200/250 euro per una notte in tende safari con vasca idromassaggio esterna, ndr), ma da aprile dello scorso anno si trovano glamping un po’ ovunque, più o meno ricercati, alcuni nascono direttamente come glamping, nella maggior parte dei casi però sono le aziende agricole o le strutture di campeggio tradizionale che riconvertono o rinnovano la propria proposta offrendo ai clienti anche la possibilità di dormire in tende di lusso e di usufruire di servizi di alta fascia

“Quello del glamping è un tipo di turismo mordi e fuggi. Sapersi promuovere e comunicare bene con i social è molto importante considerando l’aumento della concorrenza”

Pensi sia un fenomeno passeggero o il glamping è destinato a soppiantare il campeggio classico?

Si rivolgono a clientele diverse, il glamping è indubbiamente meno adatto alle famiglie, è una tipologia di soggiorno molto amata dai giovani, dagli amici e dalle coppie che vogliono regalarsi un week end romantico per una speciale ricorrenza. Il rischio che vedo io è che questo boom esploda. Oggi le strutture che offrono l’opzione del glamping sono ancora un numero contenuto ma la concorrenza sta aumentando in fretta e mantenere queste strutture per gli host ha costi elevati, con il limite che spesso sono aperte soltanto nella bella stagione, per motivi climatologici. Si tratta inoltre di un tipo di turismo “mordi e fuggi”: il soggiorno medio è di una o due notti, chi sceglie la formula del glamping è solitamente meno interessato a visitare le città d’arte della zona, il cliente si gode a pieno tutti i servizi della struttura, è un cliente che vuole vivere e raccontare l’esperienza di lusso che ha vissuto. Ad oggi comunque l’interesse della clientela è molto forte: ad agosto andai a visitare un glamping tra la Toscana e il Lazio il giorno prima dell’apertura ufficiale, gli host mi riferirono che in una sola settimana avevano già ricevuto prenotazioni per essere al completo fino a metà ottobre con clienti in arrivo da ogni parte d’Italia . Sapersi promuovere e fare una buona comunicazione, soprattutto social visto il target di riferimento, è molto importante e con l’aumento della concorrenza può fare davvero la differenza.

Hai visitato molti glamping anche in Toscana?

La Toscana è una delle regioni, insieme al Piemonte, che sta scommettendo sui glamping dome con ottimi ritorni, anche grazie alle sue caratteristiche geografiche e alle eccellenze enogastronomiche. Tutto il territorio toscano, dalla Maremma a Siena, si presta perfettamente per accogliere questa nuova tendenza ricettiva. La Toscana dopotutto ha una bella e importante tradizione di aziende agricole e molti glamping nascono proprio dall’idea e dalla volontà di imprenditori agricoli di adattare la propria struttura con alloggi di lusso, a volte suggellando delle collaborazioni anche con altre aziende dei dintorni

Che differenze hai notato tra i glamping in Italia e quelli all’estero?

In Italia rispetto all’estero viene data molta importanza e viene curato molto l’aspetto del food and beverage. Noi abbiamo la cultura del cibo e le strutture sono molto attente a dare risalto alla materia prima locale . Quasi tutti i pacchetti per i glamping in Italia prevedono anche la cena nella struttura, più o meno romantica. Oppure la colazione con i prodotti dell’azienda stessa. Penso che questa sia la principale differenza con l’estero. Per trovare gli stessi servizi fuori dai nostri confini bisogna optare per glamping di fasce molto alte. In generale i nostri host hanno una migliore propensione all’accoglienza, sia nella gestione che nel mondo di fare business.

Altra differenza netta è nel costo per notte, all’estero i glamping sono molto più cari che in Italia. Per fare un esempio: per dormire in un whitepod (tende in legno, somiglianti a piccoli bivacchi di montagna, simili a delle capsule, ndr) in Svizzera, su una cresta della montagna, dotato di sauna esterna, si spende circa 650 euro a notte. In Italia si trovano proposte più contenute ma i glamping appartengono proprio per loro natura a fasce di prezzo piuttosto alte.

I glamping nascono anche per rispondere alle esigenze di un turista attento all’ambiente e a uno stile di vita sostenibile. Quanto contano questi aspetti nella scelta del soggiorno?

Credo che da un lato ci sia davvero una nuova sensibilità e una maggiore attenzione alla vacanza sostenibile, personalmente amo stare a contatto con la natura, ma in parte penso che ci sia anche la volontà di cavalcare una tendenza che va per la maggiore in questo momento, come ad esempio i glamping offgrid (strutture che si staccando dalla rete elettrica pubblica per produrre energia in modo autonomo e quindi più sostenibile, ndr).

Se dovessi consigliare ad un turista che si approccia per la prima volta al glamping, da cosa consiglieresti lui di partire?

Mi capita spesso di ricevere richieste di consigli su Instagram sia di turisti che si host che mi chiedono dritte su come aprire un glamping. Ai turisti curiosi di fare questa esperienza per la prima volta consiglio di iniziare con le bubble room perché sono incredibili, l’esperienza di avere una visuale a 360 gradi lascia senza fiato. La raccomandazione però è di scegliere bene la struttura perché possono essere molto rumorose all’interno, forse meglio portarsi dietro dei tappi per sicurezza. Altra esperienza da non perdere sono le casette sugli alberi, è un tipo di glamping più accessibile e adatto anche a famiglie perché è facilitata la gestione delle temperature e danno una sensazione di grande confortevolezza. E poi se ne trovano un po’ in tutta la Toscana con grande facilità e per tutti i gusti.

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