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Grazie a una rete multidiscliplinare azzerati in Toscana i casi di morte per disturbi alimentari

Il metodo toscano garantisce l’accessibilità ad una diagnosi precoce, una presa in carico del paziente e dei suoi familiari in tutte le fasi del trattamento, attraverso la realizzazione di un percorso terapeutico personalizzato

Disturbi alimentari - © https://www.casadicurasanrossore.it/

L’8 per cento delle donne si trova nell’arco della propria vita ad affrontare problemi alimentari: casi in aumento, spiegano i medici, e che non riguardano più solo le adolescenti ma che si iniziano a riscontrare con maggiore frequenza anche tra gli uomini.

Si tratta di patologie di lungo corso, con costi per singoli e collettività enormi.

Dai dati che riguardano le pazienti prese in carico in quasi trent’anni da Careggi e dall’Asl Toscana Centro emergono due elementi: l’assenza di suicidi, l’assenza di morti legate a complicanze derivate dai disturbi alimentari e un tasso di remissione dei sintomi, a distanza di venti anni dalla presa in carico, tra il 40 e il 50 per cento.

Anche uno studio scientifico, pubblicato sulla rivista Acta Psychiatrica Scandinavica conferma la validità della rete toscana per la cura dei disturbi alimentari, quali anoressia e bulimia, realizzata grazie all’impegno congiunto della Asl Toscana centro e dell’Azienda ospedalariero universitaria di Careggi. 

La ricerca è stata condotta su un campione di 1277 pazienti, seguite tra il 1994 e il 2018 nell’ambito del network toscano multidisciplinare per i disturbi dell’alimentazione.

“Il ‘fare squadra’, la collaborazione e il coordinamento tra strutture diverse porta sempre ad ottimi risultati – sottolineano il presidente della Toscana Eugenio Giani e l’assessore al diritto alla salute, Simone BezziniAnoressia e bulimia sono autentici drammi per chi le vive e per le famiglie di chi è vittima. Servono spesso approcci multidisciplinari e personalizzati per uscirne e la ricerca condotta conferma che le azioni messe in campo in Toscana, con l’esempio virtuoso di Careggi e dell’Asl Toscana centro, vanno nelle direzione giusta. Dall’azione messa in campo emergono tre elementi che hanno portato a risultati così importanti: la grande professionalità degli operatori, la multidisciplinarità con una presa in carico integrata e spesso personalizzata e la sinergia e capacità, per l’appunto di fare squadra”.

“Il network toscano, costituito da Careggi e dalla Asl Toscana Centro, che si occupa del trattamento delle pazienti con disturbi dell’alimentazione, si è dimostrato in grado di annullare la mortalità per queste patologie: sia quella dovuta alle complicanze mediche di tali disturbi, sia quella attribuibile al suicidio. I risultati, pubblicati sulla rivista scientifica Acta Psychiatrica Scandinavica, hanno particolare valore considerando che la letteratura indica, per le pazienti con disturbi dell’alimentazione, una mortalità del 4-7% e un rischio suicidario dalle 7 alle 31 volte maggiore rispetto alla popolazione generale”.

Il metodo toscano per la cura di disturbi alimentari

Quello toscano è un approccio con percorsi spesso personalizzati.

A seconda della gravità complessiva del quadro clinico, gli interventi terapeutici di tipo psichiatrico e psicoterapeutico possono essere erogati a livello ambulatoriale, in regime di day hospital, con un ricovero presso i servizi psichiatrici di diagnosi e cura (Spdc) della Asl in presenza di elevato rischio suicidiario o attraverso una degenza terapeutico-riabilitativa, presso la Casa di cura Villa dei Pini a Firenze, convenzionata con l’Asl Toscana centro.

Sono previste visite mediche specialistiche per la gestione delle complicanze internistiche ed esami diagnostici per accertare le condizioni mediche generali.

l ricovero nel reparto di medicina interna di Careggi è previsto in particolare per le pazienti con gravi complicanze mediche secondarie alla patologia anoressica o bulimica.

“L’esistenza di una rete – afferma il professor Giovanni Castellini della Psichiatria dell’azienda ospedaliera universitaria di Careggipermette di seguire la persona in cura con continuità in tutte le fasi della malattia e di offrire un percorso terapeutico personalizzato. In particolare, dopo la prima valutazione, le pazienti sono indirizzate alle visite psichiatriche, nutrizionali e ad una psicoterapia cognitivo-comportamentale. Quando necessari sono previsti interventi di terapia dialettico-comportamentale per la gestione della disregolazione emotiva o percorsi di psicoterapia specifici per le conseguenze di eventi traumatici di abuso. Per i genitori delle pazienti, sono previsti gruppi di psico educazione incentrati sull’informazione e coinvolgimento dei familiari relativamente ai percorsi terapeutici”.

“Il progetto – dichiara il dottor Stefano Lucarelli, direttore Disturbi alimentari della Asl Toscana centroè riuscito a garantire l‘accessibilità ad una diagnosi precoce, una presa in carico reale del paziente e dei suoi familiari in tutte le fasi del trattamento attraverso la realizzazione di un percorso terapeutico multidisciplinare ed integrato, in una rete omogenea di sinergie tra Ufsd Disturbi Alimentari (Ausl Toscana Centro) e Sodc Psichiatria (Azienda ospedaliera universitaria Careggi). Inoltre setting di cura multipli hanno permesso di erogare prestazioni differenziate e personalizzate sulla base della gravità e fase della malattia”.

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