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Lavoro, a Firenze previste oltre 23mila assunzioni ma mancano candidati

Cresce l’offerta di lavoro ma manca la domanda. È quando emerge da uno studio della Cna che ha cercato di risalire alle cause di queste mutate caratteristiche del mercato del lavoro. Una formazione specifica potrebbe risollevare alcuni comparti ma serve anche rilanciare l’appeal di alcuni settori come quello della ristorazione

Cresce l’offerta di lavoro ma manca la domanda. A tratteggiare la fotografia del mercato di lavoro all’interno dell’area della città metropolitana di Firenze è la CNA analizzando il bollettino del Sistema Excelsior realizzato di Unioncamere. Le imprese della Città Metropolitana hanno previsto oltre ventitremila assunzioni per il trimestre marzo-maggio, 5.030 in più rispetto a quelle pianificate un anno fa ma da quanto emerge manca la disponibilità di personale

Le cause? La pandemia ha modificato le caratteristiche del lavoro ma molto dipende dal tipo di settore. In molti casi si sente la mancanza di una formazione che immetta nel mercato del lavoro forza lavoro già in grado di essere pienamente operativa.

Un problema anche di formazione

“Oltre un’impresa su due del settore riparazioni veicoli incontra difficoltà nel reperire personale, essenzialmente per deficit del settore formativo – ha spiegato Silvano Prosperi, presidente dei carrozzieri di CNA – Gli istituti professionali, in teoria, offrono percorsi ad hoc, ma in pratica, almeno nella nostra zona, è attivo solo quello per meccatronici, mentre niente è predisposto per carrozzieri e gommisti. L’alternativa? Frequentare corsi di formazione professionale, finanziati o meno, che però non vengono pressoché attivati mai”.

Una situazione analoga è quella del comparto legno che ha difficoltà, nel reperire il personale, per gli stessi motivi, nel 78% dei casi. Guardando al quadro generale il comparto che tira di più è quello dei servizi alle imprese (26% delle assunzioni programmate), seguito da manifatturiero (24%), turismo-alloggio-ristorazione (23%), servizi alla persona (11%), commercio (11%) e costruzioni (5%) .

Ad assumere di più sono le piccole imprese che totalizzano il 60% delle assunzioni programmate, rispetto al 40% delle imprese con più di 50 dipendenti.

“Esiste un profondo disallineamento tra domanda e offerta formativa, che riteniamo possa essere colmato solo adattando i percorsi formativi alle esigenze del sistema produttivo, soprattutto di artigiani e piccole imprese, dunque lasciando un ampio spazio progettuale e di manovra proprio alle imprese stesse. L’offerta formativa non deve essere solo ampia, ma soprattutto tarata sulle esigenze dell’economia locale che è oggi in fase di trasformazione sia per le ripercussioni del Covid che ne impone il riassetto e riposizionamento, sia per l’adeguamento alle nuove tecnologie in cui già stiamo scontando un penalizzante ritardo” ha aggiunto Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana.

Il settore del turismo e della ristorazione

Quelli del turismo e della ristorazione sono i due settori che probabilmente maggiormente hanno risentito dei continui stop dovuti alle fasi altalenanti della pandemia. Molti candidati preferiscono guardare altrove anziché rimettere il proprio futuro all’incertezza del comparto dove la metà delle imprese lamentano di non riuscire a trovare dipendenti. Lo dice chiaramente Vito Damato, presidente Ristorazione per CNA: “In molti, tra la possibilità di reperire un altro lavoro e quella di aspettare la ripresa delle attività di ristorazione e accoglienza hanno fatto scelte diverse, non tralasciando il fatto che vivere con il denaro della cassa integrazione è stato per tanti impossibile”.

C’è però anche un altro aspetto da tenere in considerazione: l’impegno in presenza e gli orari che caratterizzano professioni come quelle del cuoco o del manager di hotel per esempio. “L’opinione comune – aggiunge Damato – tende a sottovalutare le competenze richieste a chi lavora nel settore e a considerarlo faticoso e privo di tempo libero. In realtà è un lavoro che dà soddisfazioni, anche maggiori rispetto a chi lavora in solitaria davanti ad un monitor, ma che deve recuperare appeal. Si tratta inoltre di un’attività che richiede skill specifiche: per questo è cruciale che i percorsi formativi rispondano prontamente alla domanda del settore”.

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