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Terre degli Uffizi a Montelupo: le ceramiche eterne amate anche dai Medici

Dalle Gallerie degli Uffizi il ritratto del Bronzino e il dipinto di Jacopo Chimenti, detto l’Empoli, che riproduce due produzioni montelupine: la mostra dal primo aprile al Museo della Ceramica

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Terre degli Uffizi sbarca per la prima volta a Montelupo, uno dei più importanti centri di produzione di ceramiche che diventano le protagoniste della mostra “La ceramica di Montelupo e gli Uffizi: una “galleria” di confronti”. L’evento – dal 1 aprile al 1 ottobre, al Museo della Ceramica di Montelupo – è la prima delle sei esposizioni promosse da Fondazione CR Firenze e Gallerie degli Uffizi, all’interno dei rispettivi progetti Piccoli Grandi Musei e Uffizi Diffusi.

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Montelupo, da sempre territorio vocato all’arte delle maioliche

Fin dalla fine del 1200, Montelupo si distinse per le sue ceramiche come documenta la sorprendente quantità di maioliche rinvenute negli scavi archeologici effettuati all’interno di questo borgo medievale e in diversi siti che spaziano dal Mediterraneo, alle Americhe fino al Giappone.

Nel periodo di massimo splendore, tra la metà del Quattrocento e la metà del Cinquecento, i manufatti dei maestri vasai della cosiddetta “fabbrica di Firenze” furono richiesti dalle nobili casate fiorentine, come la famiglia Medici. Fra le tante testimonianze, spiccano i piatti con lo stemma papale di Leone X, ritratto dal Bronzino e in prestito in mostra dalle Gallerie degli Uffizi.

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La ceramica di Montelupo fu anche protagonista della vita di tutti i giorni, come dimostrano quei quadri con raffigurazione di ambienti casalinghi, come cucine e dispense, la cui fortuna abbraccia tutto il XVII secolo. È il caso del dipinto di Jacopo Chimenti, detto l’Empoli, in cui sono riconoscibili due ceramiche la cui forma e decorazione rimandano a tipiche produzioni montelupine. Tutte le ceramiche esposte provengono da scavi effettuati a Montelupo Fiorentino nell’arco degli ultimi cinquant’anni.

 

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“Questa mostra  – commenta il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – rappresenta un importante passo avanti negli studi: ad esempio il riconoscimento di una ceramica di Montelupo nella Natura morta dell’Empoli, da parte di Lorenza Camin, direttrice del Museo, mostra come l’occhio dello storico dell’arte e del conoscitore possa ancora offrire nuove interpretazioni sulle opere e sugli artisti che le hanno eseguite. E il legame tra la città e gli Uffizi si rafforza, aspettando che la Villa dell’Ambrogiana ritorni presto ad essere la cornice per una nuova realtà museale: l’unico destino che essa merita”.

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Terre degli Uffizi si conferma così, come dichiara il presidente della Fondazione CR Firenze Luigi Salvadori “un’occasione per valorizzare un luogo e una collezione di grande qualità che meritano di essere apprezzatati e, in molti casi scoperti. Del resto, è questo uno degli scopi del progetto che è nato anche per decentrare i flussi turistici e incrementare le presenze in sedi meno conosciute dal grande pubblico. I risultati delle prime due edizioni ci hanno dato ragione e siamo certi che anche questa mostra avrà un grande successo’’.

 

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