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Quale futuro per il trasporto pubblico e la sharing mobility?

De Micheli: ‘Dobbiamo immaginare un modello organizzativo della società completamente diverso basato su una modifica delle frequenze negli orari di punta e degli orari di lavoro’

Covid - © liloon/Shutterstock

In attesa di conoscere le soluzioni del Governo per la fase due, sono molte le domande che ogni giorno ci facciamo per capire quali saranno i comportamenti e le abitudini che potremo gradualmente iniziare a riprendere. Una su tutte riguarda i mezzi di trasporto pubblico: come sarà possibile garantire e mantenere la distanza fisica a bordo di treni, autobus o tramvia nelle ore di maggiore affollamento?

A questa domanda ha provato a rispondere, intervistata da Repubblica, la ministra ai Trasporti Paola De Micheli anticipando il piano del governo sulla mobilità urbana: “Non possiamo più immaginare che milioni di persone si muovano tutte insieme tra le 7.30 e le 9.30, non ce lo possiamo permettere sinché non troviamo il vaccino. Proprio perché abbiamo in testa di potenziare il servizio del trasporto pubblico dobbiamo immaginare un modello organizzativo della società completamente diverso basato su una modifica delle frequenze negli orari di punta e degli orari di lavoro”.

Tra le ipotesi che si fanno strada c’è che a partire dal 4 maggio con l’avvio della fase due e la graduale ripresa delle attività lavorative le vetture e i vagoni saranno a numero chiuso con ingressi contingentati e controllati in modo da non superare la capienza massima imposta dal rispetto delle distanze di sicurezza. Si preannuncia quindi non solo un nuovo modo di utilizzare i mezzi di trasporto pubblici ma anche una rivoluzione negli orari di scuole e uffici con ingressi scaglionati. Allo studio del ministero della Salute e dell’Innovazione c’è poi una app che avrà proprio il compito di monitorare i passeggeri ed evitare assembramenti a bordo di treni, bus, metropolitane e tramvie.

I dubbi su come sarà la mobilità urbana si spostano anche su tutti quei sistemi di sharing mobility. Come sarà possibile garantire la sanificazione dei mezzi che possono essere noleggiati autonomamente nelle nostre città come auto, bici o scooter, dopo l’utilizzo da parte degli utenti? E per quanto riguarda gli spostamenti e i viaggi in condivisione, che tante persone fino a pochi mesi fanno hanno utilizzato per spostarsi per risparmiare o perché privi di un mezzo proprio, che metamorfosi avranno?

Mentre aspettiamo di conoscere gli sviluppi e di trovare risposte a queste domande, resta per adesso l’obbligo di indossare la mascherina di protezione individuale a bordo dei mezzi di trasporto pubblico come previsto dall’ordinanza del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, resta poi sospesa la vendita a bordo dei biglietti ed è necessario distribuirsi sugli autobus, treni e tramvia in modo tale da mantenere la distanza di sicurezza raccomandata.

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