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© Lunigiana World (Facebook)

Storie /

In Lunigiana nel borgo antico dei gatti silenziosi: “Benvenuti a Caprio”

Alcuni abitanti della frazione del comune di Filattiera erano chiamati “quei de’ gatt” e da questo ha preso spunto un’ex insegnante in pensione che ha avuto l’idea di dare alla comunità una nuova tradizione. Oggi per le vie del borgo ci sono gatti ai portoni, per le strade, sulle insegne, dipinti, cuciti, in ferro, in plastica, in legno

Caprio è un piccolo borgo nel comune di Filattiera, in provincia di Massa-Carrara “abitato” da non più di 20 persone (140 considerando le abitazioni intorno al borgo) e da tanti, tanti, gatti.  Gatti ai portoni, agli angoli delle strade, sulle pietre, in ferro, in plastica, in legno, disegnati su carta .

Grazie all’intuizione di Graziana, insegnante d’arte ora in pensione, Caprio sembra l’ambientazione di una storia fantastica a cielo aperto con protagonisti i gatti di tutto il mondo. Il paese è infatti decorato con rappresentazioni di gatti in diverse forme e materiali. Tutti gli abitanti si sono lasciati coinvolgere e le case, le vie, i negozi espongono tributi agli amici felini .

Se leggenda vuole che un tempo una delle case del borgo fosse conosciuta come “la ca’ dal gatt”, l’origine del legame tra Caprio e i gatti non è accertata. Però pare che alcuni abitanti venissero chiamati “quei dal gatt” da un tempo non precisato nel corso della storia.

Che sia per un motivo o per l’altro, è per questo legame, tra credenza e tradizione, che Graziana ha pensato proprio ai gatti quando si è messa in cerca di un modo nuovo e originale per riaccendere la vita e l’attrattiva del borgo che era rimasto orfano della sua tradizione folcloristica più rappresentativa.

Perché prima di diventare il borgo dei gatti silenziosi, Caprio era conosciuta per il presepe vivente che ogni anno qui veniva organizzato. Nei giorni delle festività natalizie, una cinquantina di figuranti mettevano in scena la natività ma anche i mestieri di allora e c’erano anche gli animali, i buoi, gli asini e gli agnelli. Il tutto nella cornice perfetta del borgo con le sue caratteristiche vie, i suoi portali in arenaria, le cantine e le stalle. “Poi però – spiega Graziana – i figuranti erano ogni anno sempre meno, diminuiva anche la forza lavoro, così abbiamo interrotto questa tradizione”. Era il 2018.

Dopo tre anni senza il presepe vivente, Graziana ha deciso di inventarsi qualcosa di nuovo per evitare che questo piccolo e suggestivo borgo finisse nel dimenticatoio: “Volevo trovare qualcosa di permanente – racconta – qualcosa che fosse solo nostro e che spingesse le persone da fuori a venire in visita a Caprio”.

L’idea ha funzionato. Sono molti i turisti che si spingono in questa frazione della Lunigiana incuriositi dai gatti che decorano porte e portoni, strade e insegne.  Gatti cuciti e dipinti scodinzolano sui panni stesi alle finestre. Baffi e orecchie a punta spuntano fuori da botti e vasi in vetro e musetti in pietra o in ceramica accompagnano i visitatori mentre salgono i gradini delle strade del borgo.

Oggi Caprio è il borgo antico dei gatti silenziosi, è online anche una pagina Facebook che raccoglie le foto del paese scattate dai residenti ma soprattutto dai turisti in visita.

Gatti in plastica, in ferro, in legno. Gatti cuciti e dipinti scodinzolano sui panni stesi alle finestre. Baffi e orecchie spuntano dai vasi. Musetti in pietra o ceramica accolgono i passanti all’esterno dei portoni delle abitazioni del borgo

Quando mi venne l’idea di dipingere dei gatti fuori dai portoni, ne parlai ad alcuni compaesani, dopo tre giorni alcuni di loro avevano già appeso altri gatti fuori dalle loro case. E così siamo partiti. Fondamentale – aggiunge Graziana– il supporto del Centro di socializzazione handicap di Caprio“. Sono state coinvolte le scuole del luogo e di alcuni comuni vicini e da dicembre scorso i gatti hanno allargato la propria “colonia felina” anche alle strade al di fuori delle vie del borgo, in “periferia”.  Da dicembre, all’ingresso della strada che porta al borgo c’è un cartello che dice: “Benvenuti a Caprio, il paese dei gatti. Qui inizia il percorso dei gatti di periferia”.

Se da un lato l’obiettivo di far (ri)conoscere Caprio è stato pienamente centrato, forse il merito più grande di questi gatti (ovvero della comunità) è essersi messi in gioco per rafforzare il loro legame e il loro attaccamento identitario al borgo, scegliendo di prendersene cura e valorizzarlo.

Nei borghi piccoli e decentrati, purtroppo, lo spettro dello spopolamento e dell’abbandono sono sempre in agguato, ma a Caprio la comunità ha costruito un’alternativa . È dinamica, entusiasta e ricca di spirito di iniziativa.

Sempre nel dicembre scorso è stata inaugurata la nuova biblioteca che ha trovato posto in quella che prima era la mangiatoia, oggi ripulita, sistemata e riempita di libri che chiunque può prendere e poi restituire. E tra feste di carnevale e feste paesane, grazie alle collaborazioni e ai contatti che si sono susseguiti in questi ultimi anni, e forti del successo dell’esperienza dei gatti silenziosi, questa comunità si è data la possibilità di creare una rete con i borghi limitrofi per nuove iniziative congiunte di valorizzazione e promozione. Fondamentali per evitare che i bei borghi della Toscana finiscano spopolati e quindi abbandonati, necessarie per tenere vive le tradizioni. O perché no, per crearne di nuove.

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