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Un decalogo per usare ChatGpt: l’Università di Siena è la prima in Italia a normare l’uso dell’IA

L’ateneo ha approvato le linee guida per utilizzare l’intelligenza artificiale rivolte alla comunità accademica: l’obiettivo è promuovere un uso consapevole e responsabile di questi strumenti

Intelligenza artificiale

Dieci regole per utilizzare ChatGpt e altri modelli di Large Language Models, ovvero intelligenza artificiale generativa. A stilarle è stata l’Università di Siena, che per prima in Italia ha approvato le linee guida per l’uso dell’IA rivolte a studenti e docenti, con l’obiettivo di indirizzare la comunità accademica nella discussione e approfondimento di nuove modalità di fare didattica e ricerca e nell’attivazione di comportamenti che inducano responsabilità e consapevolezza delle azioni.

Formazione e attendibilità delle fonti

Il primo punto delle linee guida è proprio la formazione. L’Ateneo infatti si impegna a organizza corsi per i docenti, le studentesse e gli studenti sull’utilizzo delle chatbot, nonché regolari aggiornamenti, anche attraverso lo sviluppo di guide e tutorial specifici resi disponibili sul sito e le piattaforme dell’università.

Lo scopo del documento, alla cui stesura ha partecipato attivamente la comunità accademica oltre che esterni, è porre l’attenzione sulla attendibilità e l’obiettività delle fonti e sull’efficacia degli strumenti di ricerca nel lavoro accademico. Nel decalogo un passaggio significativo viene dedicato alla necessità di esplicitare nelle tesi e nelle pubblicazioni l’eventuale utilizzo di tecnologie di intelligenza artificiale generativa.

Un uso consapevole e critico dell’IA

“Nell’ambito delle nostre attività didattiche è inutile e controproducente adottare un atteggiamento esclusivamente di rifiuto e divieto rispetto a strumenti che potrebbero essere usati in maniera acritica, dannosa e antitetica – si legge nelle premesse del documento -, ma che se usati in maniera consapevole e critica potrebbero viceversa essere un supporto e un arricchimento per l’insegnamento e lo studio.”

“Piuttosto che investire risorse e energie in attività di interdizione e controllo, è compito dei docenti conoscere e comprendere le novità allo scopo di guidare gli studenti verso un atteggiamento consapevole e critico nei loro confronti”, così si concludono le premesse delle linee guida.

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