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Internet e cittadinanza digitale, Ciuoffo: “Il nostro impegno costante per ridurre il digital divide”

I punti digitali facili sono stati protagonisti dell’iniziativa del festival dell’identità toscana dedicata ai saperi digitali.Giani: “La Toscana è una regione che innova”

Ciuffo al festival dell’identità toscana

Perché l’innovazione digitale diventi una risorsa ed  un’opportunità servono le infrastrutture, diffuse, ma servono anche le competenze .  I punti digitali facili nascono con questo scopo: luoghi dove insegnare ai cittadini l’abc della rete e come utilizzare al meglio i servizi offerti.

Un progetto finanziato con risorse del Pnrr e che è stato protagonista a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze dell’iniziativa del festival dell’identità toscana dedicata ai saperi digitali.

L’obiettivo toscano era di aprire 169 punti digitali facili entro il 2025, per formare 136 mila cittadini che con le nuove tecnologie hanno poca dimestichezza. Già ora ne sono stati attivati 107 ed altri sei lo saranno entro la fine del mese .  Con il secondo bando  uscito lo scorso novembre e rivolto agli enti del terzo settore (il primo era destinato a Comuni ed enti locali) ne saranno aperti altri cinquantasei. Nel frattempo sono stati individuati quasi duecento facilitatori che in pochi mesi hanno già contattato oltre tremilacinquecento cittadini.

Un ping fino all’Atlantico

“Sul fronte dell’innovazione la Toscana vanta numerose eccellenze – spiega il presidente della Toscana, Eugenio Giani –. Del resto qui, a Pisa nel 1986, internet ha mosso i primi passi in Italia, con un ‘ping’ che è rimbalzato dall’altra parte dell’Atlantico: un traguardo frutto di studi iniziati negli anni Settanta. E dopo internet altre eccellenze hanno a che fare oggi con la robotica e l’intelligenza artificiale”.

“L’innovazione digitale e la tutela dell’ambiente – ha aggiunto l’assessore alla semplificazione e all’e-government Stefano Ciuoffo – sono le due autentiche rivoluzioni che ci vedono tutti quotidianamente impegnati. In questi anni siamo stati al fianco dei territori, monitorando i lavori per la banda ultralarga  e dedicandoci alla formazione  dei cittadini. Grazie alle risorse del Pnrr stiamo cercando di ridurre il divario digitale, fornendo maggiori strumenti ai cittadini , che ogni giorno si rapportano con la pubblica amministrazione attraverso gli strumenti digitali. La cittadinanza digitale deve passare da percorsi formativi concreti per essere tale: per questo crediamo nel progetto dei Punti digitale facile”. “Ed è una scommessa – conclude l’assessore – che si vince con la continuità, attenti a cogliere i continui passi in avanti dell’innovazione. Senza innovazione diffusa non ci può essere Toscana diffusa”.

Qualche numero

L’Istat, l’ente di statistica nazionale, ha accertato che nel 2023 l’uso di internet è cresciuto, anche in Toscana.  Nel 2018 solo il 77,6 per cento delle famiglie toscane disponeva di un accesso ad internet da casa: l’anno scorso la percentuale ha raggiunto l’84,8 per cento, poco sopra la media italiana che è l’84,1 per cento. Solo il 48,7 dei toscani però ha competenze digitali almeno di base,  superiori alla media nazionale (45,7 per cento) ma in diminuzione rispetto al 2021: una classifica che vede la Toscana nona tra le regioni, dove le province autonome di Trento e Bolzano svettano con il 56,5 per cento.

Utilizzi della rete

Si usa la rete per comunicare: il 78,4 per cento degli internauti toscani negli ultimi tre mesi  lo ha fatto (con mail o sui social). La rete viene usata in maniera diffusa anche per acquisire informazioni su prodotti e servizi (il 61,5 per cento degli intervistati ha risposto positivamente) e circa un internauta toscano su tre, il 36 per cento, ha anche acquistato in rete negli ultimi tre mesi.  C’è poi chi l’usa per leggere giornali e riviste on line (62 per cento), per ricercare informazioni sanitarie (57,3 per cento) od accedere a servizi bancari (54,2 per cento). Più di tre persone su dieci ha  scaricato, grazie alla rete, moduli dai siti della pubblica amministrazione o preso appuntamenti presso ambulatori, biblioteche e funzionari pubblici. L’11,1 per cento  con internet ha svolto anche pratiche on line o richiesto certificati: uno su dieci se n’è servito per l’assegno unico o prestazioni che avevano a che fare con la previdenza.

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