Vigneti di montagna per vendemmie in alta quota. È la soluzione trovata dal Consorzio Tutela Vini Montecucco per contrastare il cambiamento climatico. Il Consorzio ha avviato un progetto di ampliamento e ridefinizione dell’area di produzione delle uve destinate ai vini Montecucco DOC e Montecucco Sangiovese DOCG.
L’iniziativa prevede l’estensione dell’area consortile ai territori amministrativi montani ad oggi esclusi dal disciplinare di produzione. Si tratta di sette comuni: Cinigiano, Civitella Paganico, Campagnatico, Castel del Piano, Roccalbegna, Arcidosso e Seggiano.
“La proposta di estensione – ha spiegato il presidente del consorzio Giovan Battista Basile – nasce dall’esigenza di adattarci ai cambiamenti climatici in atto. Dopo l’approvazione da parte dell’assemblea dei soci, stiamo sviluppando un progetto concreto che mira ad includere le aree montane dei sette comuni produttori nella zona della denominazione di origine. Ciò comporterà una richiesta formale di modifica del disciplinare, che verrà presentata nei prossimi mesi”.
Con il cambiamento climatico le zone montane dell’areale del Montecucco, prima ritenute marginali per la viticoltura, si stanno rivelando idonee alla produzione di uve di alta qualità. A incidere ci sono diversi fattori: temperature più fresche e costante ventilazione alle quote elevate. Caratteristiche che favoriscono una maturazione più lenta e bilanciata dei grappoli.
Tra gli elementi che incidono ci sono poi i terreni vulcanici presenti nell’area: la loro composizione peculiare conferisce caratteristiche uniche ai vini. Tutti questi elementi rappresentano un’opportunità anche a livello di comunicazione. I vini di montagna, sempre più apprezzati a livello nazionale ed internazionale, conquistano oggi la ribalta.