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La star giapponese Hatis Noit per la prima volta in concerto a Firenze

Venerdì 17 maggio in concerto in sala Vanni la musicista che collaborato con artisti di fama internazionale come il regista David Lynch, il produttore Rick Rubin e il vibrafonista Masayoshi Fujita

Hatis Noit, photo by Fiona Garden

Venerdì 17 maggio arriva per la prima volta in concerto a Firenze in sala Vanni la star giapponese Hatis Noit: apprezzata musicista d’avanguardia, reduce da una spettacolare performance al Mutek di Barcellona, che presenterà dal vivo il suo ultimo album “Aura”.

L’appuntamento rientra nel cartellone di “Tradizione in Movimento”, la stagione concertistica del Musicus Concentus, realizzata con il contributo di Ministero della Cultura, Regione Toscana, Comune di Firenze, Città Metropolitana di Firenze e Fondazione CR Firenze.

Originaria di Shiretoko, Giappone, ma residente a Londra, Hatis Noit è celebre per le sue emozionanti performance che combinano la musica con la fotografia e l’arte.

Il suo eclettico talento l’ha portata ad esibirsi nei più prestigiosi festival europei e a collaborare con artisti di fama internazionale come il regista David Lynch, il produttore Rick Rubin e il vibrafonista Masayoshi Fujita.

Hatis Noir e il disco “Aura”

Il suo album di debutto “Aura” è stato registrato a Berlino e mixato da Marta Salogni, il disco ha preso forma durante la pandemia, quando Noit e il produttore Robert Raths hanno deciso di amplificare le registrazioni in una chiesa.

Il titolo dell’album prende ispirazione dal filosofo tedesco Walter Benjamin, che ha usato questo termine per descrivere l’essenza fondamentale dell’arte, più forte della sua forma originale, una condivisione in senso ampio.

Non possiamo vivere per sempre, fare tutto o essere ovunque. Ma questo rende le nostre vite uniche e preziose

Hatis durante il lockdown si è trovata ad interagire con la tecnologia, per necessità, rendendosi conto di quanto in realtà le esibizioni dal vivo siano fondamentali: stare con le persone, condividere lo stesso spazio, sentire l’atmosfera e l’energia del momento sono per lei fonte di ispirazione.

Il disco nato dunque con l’obiettivo di essere un rimedio per quello che stava accadendo nel mondo e ricordare le gioie della vita. “Non possiamo vivere per sempre, fare tutto o essere ovunque. Ma questo rende le nostre vite uniche e preziose. Volevo concentrarmi sui nostri limiti e mostrare quanto la vita sia preziosa” ha dichiarato l’artista.

Il nome Hatis Noit è tratto dal folklore giapponese e significa “stelo del fiore di loto”. Il loto rappresenta il mondo vivente, mentre la sua radice il mondo degli spiriti, quindi Hatis Noit è ciò che li collega.

Per lei la musica rappresenta lo stesso mondo sotterraneo con la sua capacità di commuoverci e trasportarci dall’altra parte; il passato, un ricordo, il nostro subconscio.

La gamma vocale di Noit è, da autodidatta, ispirata dal Gagaku e stili operistici, fino a spaziare al canto bulgaro e gregoriano, l’avanguardia ed il pop. Fin da piccola è consapevole del potere viscerale della voce umana, uno strumento primordiale ed istintivo che ci collega all’essenza stessa dell’umanità, della natura, del nostro universo.

Il suo percorso musicale è inizitoa a sedici anni, durante un viaggio verso il luogo di nascita di Buddha in Nepal. Una mattina, in un tempio femminile, si è imbattuta in una monaca che recitava canti buddisti, i cui suoni ultraterreni l’hanno commossa intensamente. In quel momento ha capito che cantare era la sua vocazione.

Hatis Noit, photo by Fiona Garden

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