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“Pecunia non olet” agli Uffizi una mostra sulla finanza nell’antica Roma

Dal 4 luglio al 17 settembre in mostra circa 50 opere, provenienti anche da musei italiani ed europei, oltre che da importanti collezioni private

La moneta, simbolo di potere e prosperità, e tutte le professioni che le gravitavano attorno, è il tema centrale della nuova esposizione archeologica della Galleria degli Uffizi dal titolo ‘Pecunia non olet. I banchieri di Roma antica’: l’esposizione, curata da Novella Lapini, è accolta in nuove sale al piano terra del museo, dal 4 luglio al 17 settembre.

Si potranno vedere circa 50 opere, provenienti anche da musei italiani ed europei, oltre che da importanti collezioni private: la mostra, in cinque sezioni, racconta le evoluzioni economiche della società romana primitiva, caratterizzata da un’economia pre-monetaria, a quella della Roma repubblicana e quindi imperiale, epoca nella quale si affermano le varie figure attive nella banca romana.

‘Pecunia non olet‘ narra anche la storia di alcuni degli operatori del mondo bancario romano come Daphnus, che nella scena scolpita sulla sua ara si mostra in abito da lavoro, mentre dirige un’asta nel sontuoso mercato costruito da Nerone, o Caecilius Iucundus, che mostra la sua casa pompeiana e il suo archivio privato.

L’ultima sezione del percorso è dedicata alle trasformazioni della società romana a partire dalla metà del II secolo d.C., quando con la contrazione degli scambi anche i mestieri bancari perdono di specializzazione e gradatamente scompaiono.

Come sottolineato dal direttore degli Uffizi Eike Schmidt la mostra “è la prima ad affrontare un tema importantissimo di storia sociale dell’antichità classica come l’economia della Roma antica (su cui si fonda quella odierna) e le figure che nascevano intorno ad essa, professionalità che perdurano ancora oggi”.

Il professore ordinario di Storia romana all’Università di Firenze Giovanni Alberto Cecconi ha sottolineato che l’esposizione “aiuta a capire da angolazioni” diverse “la complessità dell’economia imperiale romana”.

“I contenuti sono legati alla volontà di mostrare quella che è un aspetto poco noto della società romana, il mondo della banca e la parte finanziaria“, ha concluso Novella Lapini. 

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