Enogastronomia/

Sting reinventa l’aperitivo all’italiana con l’amaro Amante 1530

La novità frutto della collaborazione con l’enologo Riccardo Cotarella. Lancio internazionale tra Roma e New York, Venezia e Los Angeles

Trudie Styler e Sting – © SayWho Vincenzo Migliore

I vini, l’olio, la pizzeria e ora perfino l’amaro. Sting e la moglie Trudie Styler sono sempre più calati nel ruolo, per loro singolare, di vignaioli-coltivatori diretti nella tenuta Il Palagio a Figline e Incisa Valdarno.

Questa volta il cantante inglese dimostra di sentirsi ormai di casa nel Belpaese cimentandosi con un prodotto tipico dell’aperitivo all’italiana. L’amaro “Amante 1530” è stato presentato a Roma con un cocktail party al Bulgari Hotel. Sting si è pure esibito per amici e addetti ai lavori con una delle hit più famose “Message in the bottle“.

Riccardo Cotarella e Trudie Styler – © pagina Facebook Trudie Styler

Sting e la collaborazione con Cotarella

Per l’amaro Sting si è avvalso della prestigiosa consulenza del maestro enologo Riccardo Cotarella. Il progetto coinvolge inoltre un gruppo di amici del cantante e della produttrice. “Ho pensato a un vermouth che riflettesse l’amore, così ben rappresentato da Sting e Trudie, e il loro modo generoso, armonioso, equilibrato di vivere e viaggiare” spiega Cotarella.

L’amaro è un prodotto da esportazione: Sting&friends non guardano solo al mercato italiano ma anche agli Stati Uniti per la distribuzione di “Amante 1530“. Il packaging strizza molto l’occhio al mercato a stelle e strisce: nella confezione bicchieri vintage realizzati ad hoc, cerini e un mazzo di carte.

L’amaro Amante 1530 di Sting e Trudie Styler

Galeotto fu il mazzo dei tarocchi

C’entrano infatti i tarocchi dietro questo prodotto per la mixology d’autore. Tutto comincia due anni fa, durante una cena tra amici. Sting e Trudie Styler discutono dell’idea di creare un Amaro moderno ed innovativo con alcuni amici: Ana Rosenstein, Richard Kirshenbaum e Barry Rosenstein, ospiti nella loro tenuta in Toscana.

Durante la serata uno degli ospiti estrae dal mazzo dei tarocchi la carta dell’Amante. I fondatori del progetto lo interpretano come un segno del destino e così il nuovo amaro prende il nome dell’Amante. Poi viene aggiunto 1530, un omaggio alla data di fondazione della tenuta in Toscana.

Un amaro formato esportazione

Nel progetto vengono poi coinvolti anche altri amici Len Tessler, Stuart Ellman, Sarah Foley, Mark Hauser e Michael Kassan: è questo il dream team dell’amaro “Amante 1530“. “L’idea originaria, nasce dalla nostra profonda convinzione che tutti si meritino un Grande Amore, così come un ottimo Cocktail…” sottolinea Ana Rosenstein che già collaborava sui vini della tenuta Il Palagio.

Una volta che la ricetta è stata messa a punto, l’amaro è stato imbottigliato nella Distilleria Pallini, una delle più antiche e importanti di Roma.”Negli ultimi 50 anni abbiamo assistito ad una crescita significativa nella categoria Amaro, ma con poche o nessuna variazione” sottolinea Richard Kirshenbaum, ceo di Nsg/Swat, un’agenzia di “branding-boutique” in Usa.

Lo sbarco nel mercato della mixology

Ciò ha rappresentato – conclude – un’opportunità unica per creare una svolta innovativa in una nicchia di mercato cosi ancora old style. Dopo anni di prove e tentativi per la giusta ricetta, abbiamo finalmente creato un liquido che si differenzia da ogni altro amaro sul mercato e non può essere duplicato“.

Ora il lancio internazionale dell’amaro di Sting&friends in contemporanea tra New York, Roma, Venezia e Los Angeles. “Amaro 1530” sarà tra i protagonisti della Venice Cocktail Week giovedì 26 ottobre presso l’ Arts Bar del St Regis Venezia.

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