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La terra continua a tremare a Firenze: oltre 200 scosse in dieci giorni

Dopo quella di ieri sera di magnitudo uguale alla prima dello scorso 3 maggio, un’ulteriore scossa di terremoto si è registrata intorno alle 8 di oggi. In dieci giorni sono più di duecento le scosse nel fiorentino, 26 di queste con una magnitudo superiore a due gradi della scala Richter. Circa sette edifici controllati dai vigili del fuoco, ma nessun danno d’emergenza

- © Inked Pixels

Una nuova scossa di terremoto, di magnitudo 2.0, è stata registrata alle 7:49 di questa mattina, 13 maggio, da Ingv sempre con epicentro a Impruneta. La scossa di stamani si è verificata ad una profondità di sei chilometri. L’epicentro sempre lo stesso, Impruneta.

Quella trascorsa è stata una notte di paura per molti fiorentini dopo la scossa di magnitudo 3.7 delle 23.12, la stessa magnitudo della scossa che ha dato il via allo sciame lo scorso 3 maggio, dieci giorni fa. Da allora una serie di “assestamenti” continui quantificabile in oltre 200 scosse) si sono sentiti in un’area molto vasta fino a Prato e Pistoia.

Devo dire che la scossa è stata forte – ha commentato il presidente Eugenio Giani – Io stanotte mi sono sentito varie volte con l’assessore Monia Monni. [MARK]La scossa non ha provocato danni perché è stata breve e sostanzialmente in un territorio che ha già vissuto almeno da 15 giorni uno sciame di assestamenti però dobbiamo tenere quell’area sotto contro” [/mark].

Verifiche su scuole e monumenti

Quella odierna è stata una mattinata di verifiche su edifici pubblici, monumenti e scuole soprattutto nella città di Firenze. Già nella tarda serata di ieri dalla Sala della Protezione Civile e il sindaco di Firenze Dario Nardella avevano rassicurato sul fatto che la scossa non aveva causato danni ai luoghi simbolo della città. Oltre che al Duomo, verifiche sono state attivate da parte dei musei del Bargello, della Galleria dell’Accademia, degli Uffizi, della Direzione regionale dei musei e dei civici ma non sono pervenute segnalazioni. Una decina di sopralluoghi in scuole superiori a Firenze hanno escluso conseguenze agli edifici. Circa sette invece gli immobili sotto la lente dei Vigili del Fuoco nelle zone tra Impruneta e San Casciano, anche in questo caso non ci sarebbero situazioni di emergenza ma, si tratterebbe per lo più di crepe da capire se presenti già prima o causate dal sisma.

La pericolosità sismica della provincia di Firenze

La zona del fiorentino non è nuova ad eventi sismici. L’istituto nazionale di geofisica e vulcanologica classifica l’area a moderata pericolosità sismica. Ma cosa si intende con “pericolosità sismica?”

La probabilità di superare, in una certa area e in un certo intervallo di tempo, un pre-definito livello di severità dello scuotimento sismico.

Non significa con ciò che è possibile prevedere che il prossimo terremoto si terrà in una zona anziché in un’altra, bensì che negli ultimi 50 anni in una determinata zona si sono verificati più frequentemente terremoti rispetto al altri, guardando la tabella sotto, come è precisato sul sito dell’Ingv i colori indicano i diversi valori di accelerazione del terreno che hanno una probabilità del 10% di essere superati in 50 anni.

La stella indica l’area attorno ad Impruneta, epicentro delle scosse di queste ore.

Dobbiamo aver paura?

Nella notte scorsa molte persone sono scese in strada, in attesa della scossa più forte. Ogni volta che la terra trema c’è il timore che non fosse che un assaggio. Dal 4 maggio le scosse sono state oltre 200, 26 di queste con una magnitudo superiore a due gradi della scala Richter . Firenze, spiegano i sismologi si trova tra sorgenti sismogenetiche importanti, sia a Sud nella zona del Chianti, che a Nord/Est verso il Mugello. Prevedere come evolverà questa sequenza sismologica è difficile da prevedere, gli esperti stanno studiando le dimensioni della faglia per capire la magnitudo del terremoto più forte che può generare. La scossa di ieri sera ha molta importanza anche per gli studi che stanno conducendo, si tratta infatti di una scossa forte quanto la prima che ha interrotto dunque la sequenza formata da una scossa più forte e dalle altre a seguire più deboli avviata lo scorso 3 maggio.

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