Lamberto Frescobaldi è stato confermato all’unanimità presidente di Unione italiana vini (Uiv) per il prossimo triennio. La nomina è stata ratificata dal Consiglio elettivo a margine dell’Assemblea nazionale della principale organizzazione del settore, che conta oltre 800 soci per un fatturato complessivo di 10,6 miliardi di euro e l’85% dell’export nazionale.
“Ringrazio la famiglia di Unione italiana vini per la fiducia e per quanto fatto insieme sino a ora – ha detto Frescobaldi – nella consapevolezza che il prossimo mandato sarà ancor più impegnativo in termini di sfide da affrontare. L’obiettivo prioritario è senz’altro quello di innovare in chiave competitiva l’ecosistema vino: un gigante dalle spalle larghe chiamato oggi a modificare il proprio assetto per continuare a essere leader. Sono convinto – ha concluso il presidente Uiv – che con una presa di coscienza da parte di tutto il settore si possa raggiungere l’obiettivo”.
L’Assemblea generale dell’Uiv è servita per fare il punto sul settore vitivinicolo. Dai dati forniti attraverso l’Osservatorio Unione italiana vini emerge che una vendemmia da 50 milioni di ettolitri in carenza di domanda determinerebbe un quantitativo in cantina al prossimo ottobre da circa 90 milioni di ettolitri, l’equivalente di quasi 2 raccolti.
Una condizione insostenibile in questo momento storico, che porterebbe a una vera e propria decurtazione dei valori del 5,3%, pari a oltre mezzo miliardo di euro di saldo negativo tra 2025 e 2024 e un prezzo medio della produzione in ribasso in doppia cifra. In questo contesto, che coinvolge tutti i Paesi produttori, l’Italia è però l’unica a veder aumentare il proprio vigneto e perciò il proprio potenziale.
“I problemi c’erano anche prima – ha spiegato il presidente Lamberto Frescobaldi – ma siamo stati ‘salvati’ da 2 vendemmie eccezionalmente contenute rispetto alle medie; ora serve un bagno di umiltà, produrre 7-8 milioni di ettolitri in meno per mantenere il timone di uno degli asset italiani più remunerativi della nostra bilancia commerciale”.
Secondo l’analisi, i primi 5 mesi di quest’anno hanno accusato forti cali tendenziali dei volumi consumati in tutti e 4 i principali mercati di sbocco (Italia a -1,8%, Stati Uniti a -4,7%, Uk a -3% e Germania a -9,6%), che assieme quotano il 73% del fatturato italiano per le imprese di vino tricolori. Il saldo delle vendite nel retail segna una contrazione del 3,4%, che sale a -5,3% per i vini fermi/frizzanti (+4,9% gli spumanti).