Sessant’anni fa, nel cuore della Toscana, prendeva forma un’idea rivoluzionaria: una piccola auto elettrica pensata per la città, agile, ricaricabile, a emissioni zero. Era il 1965 quando, nella villa settecentesca di Poggio Adorno, a Castelfranco di Sotto (Pisa), il marchese Pier Girolamo Bargagli Bardi Bandini e il tecnico Narciso Cristiani realizzarono la prima Urbanina, una vettura compatta e visionaria che oggi possiamo considerare la progenitrice delle attuali city car elettriche.
Da lunedì 3 giugno, una delle poche Urbanina Milanina ancora esistenti – ultima versione del progetto, carrozzata dalla storica azienda Zagato – sarà esposta nei giardini di Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, sede della Presidenza della Regione Toscana. La mostra, promossa con il contributo dell’associazione “L’auto elettrica tra passato e futuro”, guidata da don Andrea Pio Cristiani, figlio del progettista Narciso, racconta la storia affascinante e (ingiustamente) dimenticata di un’idea troppo in anticipo sui tempi.
“La storia dell’Urbanina è bellissima – ha dichiarato il presidente della Regione Eugenio Giani –. Sessanta anni fa, nel pieno del boom economico, due toscani seppero anticipare il futuro, costruendo in 500 esemplari una macchina elettrica quando ancora la coscienza ambientale era lontana. Oggi quella visione sarebbe stata premiata”.
La mostra accompagna il visitatore attraverso un percorso immersivo che ricostruisce il contesto tecnologico e sociale dell’epoca, mettendo in luce le intuizioni pionieristiche di Bargagli e Cristiani. Un viaggio nella Toscana più creativa, quella che sperimenta, progetta, innova.
Oltre al modello esposto, l’associazione ha recuperato documenti, fotografie, testimonianze e materiali originali per raccontare la parabola dell’Urbanina, che si concluse all’inizio degli anni ’70 con la cessione del progetto a Zagato, che ne produsse una quarantina di esemplari sotto il nome di Milanina.