Cresce e si potenzia la rete del Seus, il pronto intervento del servizio sociale. Il servizio permette di fronteggiare h24 e 365 giorni all’anno le situazioni gravi e improvvise sotto il profilo sociale. Oggi si avvicina sempre di più a garantire una copertura regionale.
Varato nel 2018 a titolo sperimentale, il servizio ha già dato ampia prova della sua utilità: sono oltre 2.000 gli interventi effettuati nel 2024 con i quali si sono potuti fronteggiare con immediatezza casi di maltrattamenti familiari, violenze di genere, situazioni di estrema povertà e disagio.
Le richieste d’intervento per il Seus
Gran parte delle richieste di intervento giungono da ospedali e pronti soccorso (ben 804 nel 2024), il resto prevalentemente dai servizi sociali territoriali, dalle forze dell’ordine e dalla polizia municipale.
Da quest’anno il servizio è pronto a un ulteriore cambio di passo: alle 18 Zone distretto in cui è già attivo, si aggiungeranno nel mese di giugno Versilia e Piana di Lucca dove è in fase di attivazione, mentre anche le zone Valle del Serchio, Apuane e Pisana sono prossime all’ingresso: stanno infatti ultimando la preparazione tecnica per l’ingresso nel sistema.
Per sostenere questo servizio la Regione Toscana, così ha deliberato la giunta regionale su proposta dell’assessora alle politiche sociali Serena Spinelli, interverrà economicamente anche quest’anno destinando 718.000 euro per coprire le spese di gestione della Centrale operativa del servizio.

Spinelli: “Imminente attivazione regionale”
“In questi anni di sperimentazione – è il commento dell’assessora alle politiche sociali Serena Spinelli – abbiamo potuto constatare il valore di questo servizio, che permette di attivare una risposta immediata in caso di situazioni gravi sotto il profilo sociale. Si tratta di un servizio che abbiamo fatto crescere e che adesso è presente in gran parte della regione. L’obiettivo, la cui prospettiva è a questo punto imminente, è quello dell’attivazione su tutto il territorio regionale”.
“Crediamo sia stata una scelta giusta – ha proseguito – che la Toscana ha perseguito per prima in Italia, perchè il Seus permette di integrare la risposta sociale con quella sanitaria, valorizza tante professionalità degli assistenti sociali a livello territoriale, anche in collaborazione con il terzo settore, e permette una continuità fondamentale tra l’evento che ha determinato l’intervento e la presa in carico dei servizi sociali”.