Enogastronomia/

Nasce in Toscana la “Carta di Livorno” per il consumo sostenibile di squali e razze

Il manifesto invita chef, ristoratori, scuole di cucina, pescatori e cittadini a scegliere in modo consapevole cosa portare in tavola, per ridurre il consumo delle specie minacciate, valorizzando la pesca locale e stagionale

Pesce povero della Toscana

Nasce la Carta di Livorno per salvaguardare il mare partendo dalla tavola e promuovere un consumo sostenibile di squali e razze nel Mediterraneo.

Il manifesto unisce tradizione culinaria, scienza e responsabilità ambientale, invitando chef, ristoratori, scuole di cucina, pescatori e cittadini a scegliere in modo consapevole cosa cucinare.

Promossa dal progetto europeo Life European Sharks,la Carta di Livorno si fonda sulle Linee guida per il consumo sostenibile di squali e razze redatte insieme agli esperti dell’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn), basate sui più recenti studi scientifici sullo stato delle popolazioni nel Mediterraneo.

La presentazione all’Acquario di Livorno ha visto coinvolti esperti del settore, autorità cittadine, chef e ristoratori. Non è un caso che la Carta prenda il nome dalla città di Livorno, patria del cacciucco e simbolo della cultura marinara mediterranea.

Tra i firmatari della Carta rappresentanti del Comune di Livorno, di Slow Food Livorno, e Icn -Cnr, insieme a vari ristoranti del territorio.

Squali e razze hanno sempre fatto parte del mare italiano e delle cucine del Bel paese.

Conosciuti spesso con nomi locali come asià, cagnetto, gattuccio o nocciolo, sono stati protagonisti di piatti simbolo della cultura marinara italiana, come il cacciucco alla livornese.

Oggi, però, molte di queste specie un tempo comuni sono in forte declino: il palombo comune, per esempio, è diminuito dell’80-90% nell’ultimo secolo, scomparendo da aree dove era tradizionalmente pescato, come il Tirreno.

La Carta di Livorno rappresenta un ponte tra scienza e cultura gastronomica e si pone l’obiettivo di promuovere una nuova consapevolezza: la tradizione può e deve evolvere, adattandosi alle condizioni del mare di oggi.

Scegliere cosa consumare diventa così un atto concreto di tutela dell’ambiente e delle comunità costiere che dal mare traggono vita e identità riconoscendo il valore ecologico e culturale di squali e razze e l’esigenza di ridurre il consumo delle specie minacciate, valorizzando la pesca locale e stagionale.

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