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Ad Arezzo il primo Summit del gioiello italiano: export da 7,8 miliardi di euro nel 2021

Vola il settore della gioielleria e oreficeria un comparto che si distingue sui mercati internazionali per innovazione, qualità e design dei prodotti e delle tecnologie

gioielli - © Praisaeng - Shutterstock

La città di Arezzo ha accolto martedì 14 dicembre all’Auditorium di Arezzo Fiere Congressi, il Primo summit del gioiello italiano, evento su invito riservato a istituzioni, rappresentanze di categoria e media.

L’evento è stata l’occasione per un confronto diretto tra stakeholders e decision makers cruciale per delineare le rotte strategiche di medio-lungo termine del Made in Italy orafo-gioielliero e per sostenere i segnali di una ripresa decisa e robusta che caratterizza il settore.

Organizzato da Italian Exhibition Group in collaborazione con il Comune di Arezzo, la Camera di Commercio di Arezzo-Siena e Arezzo Fiere e Congressi, l’appuntamento ha offerto l’occasione per discutere temi centrali come le strategie di sostenibilità, le politiche di branding e comunicazione e la qualità della formazione con i protagonisti dell’industry, chiamati ad affrontare le sfide del futuro di un comparto strategico per l’economia del Paese.

Il settore della gioielleria e dell’oreficeria si distingue sui mercati internazionali per innovazione, qualità e design dei prodotti e delle tecnologie, ed è capace di generare un fatturato complessivo che sfiora gli otto miliardi di euro e che esporta oltre l’85% della produzione, espressione delle eccellenze dei distretti produttivi di Arezzo, Vicenza, Valenza e Torre del Greco dove si concentra una filiera composta da 7.482 imprese e 31.172 addetti.

I dati del 2021: un settore in crescita

Le esportazioni della provincia di Arezzo, sulla base di dati Istat, si sono attestate nei primi nove mesi del 2021 a più di 7,8 miliardi di euro. “Nel periodosottolinea Massimo Guasconi, Presidente della Camera di Commercio di Arezzo-Sienail fatturato estero delle imprese aretine ha non solo recuperato abbondantemente quanto perso nel primo semestre 2020 (+1,3%), ma ha fatto anche meglio di quanto registrato nello stesso periodo del 2019 (+19,4%). Un risultato che conferma la rilevanza del nostro export sia in Toscana (dove rappresentiamo il 22,2% del totale regionale, preceduti solo dal 35,9% della provincia di Firenze) che in Italia (dove ci attestiamo al 14/o posto della graduatoria nazionale delle principali province esportatrici, con il 2,1% del totale delle esportazioni italiane)”.

Di particolare rilievo, viene sottolineato, “il dato del comparto della gioielleria e oreficeria che fa registrare una rilevante crescita del 92,4% che non solo permette il recupero delle pesanti perdite subite lo scorso anno (-39%) ma che fa registrare una crescita del 17,3% rispetto al 2019. Considerando però la variazione del prezzo dell’oro, che se ha giocato un ruolo tutto sommato trascurabile nell’ultimo anno (-2,4%), non altrettanto lo ha fatto rispetto al 2019, dove la crescita del prezzo del metallo è stata del +24%, con molta probabilità potrebbero non ancora essere stati completamente recuperati i livelli rispetto al periodo pre-pandemia”.

“Ancora una volta sono però i metalli preziosi a confermarsi come la più importante voce dell’export aretino – evidenzia il Segretario Generale della Cciaa Marco Randellini – e a influenzare l’andamento complessivo della provincia: nei primi nove mesi 2021 le esportazioni si sono attestate a oltre 4,1 miliardi di euro, in flessione del 15,6% rispetto allo stesso periodo 2020 ma ben al di sopra del livello pre-pandemia (+37,3%). Le esportazioni di metalli preziosi confermano la loro particolarità: nei periodi di crisi, infatti, mentre per la generalità dei prodotti si accusano cali della domanda, gli acquisti di oro aumentano in virtù della specifica funzione di investimento rifugio”.

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