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Al Maggio Musicale Fiorentino torna la Lucrezia Borgia di Donizetti in una inedita versione

L’opera torna in scena dopo quasi mezzo secolo: a vestire i panni della protagonista ci sarà Jessica Pratt. Il debutto domenica 9 novembre

Torna la Lucrezia Borgia al MMF – foto di Michele Monasta

Al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino sul palco arriva una Lucrezia Borgia inedita, distante dalla rappresentazione classica di donna spietata, con al centro invece il suo rapporto con la maternità. Inedita anche l’epoca: l’opera viene ambientata nel Secondo Dopoguerra. Tra le novità, l’utilizzo per la prima volta del palco girevole.

Il debutto di ‘Lucrezia Borgia’ è in calendario domenica 9 novembre alle 17, repliche l’11 (trasmessa in diretta su Rai Radio 3) e il 14 alle 20 e il 16 alle 15,30. L’opera di Gaetano Donizetti, tratta dall’omonima tragedia di Victor Hugo, torna a Firenze per la terza volta: l’ultima fu nel 1979, la prima nel 1933.

Grande ritorno al MMF per Lucrezia Borgia – foto di Michele Monasta

Lucrezia Borgia sotto una nuova luce

Un nuovo allestimento, in coproduzione con il Teatro Lirico di Cagliari. Sul podio, alla guida dell’Orchestra e del Coro del Maggio, Giampaolo Bisanti. La regia dello spettacolo è di Andrea Bernard. A interpretare Lucrezia Borgia, Jessica Pratt, per lei un secondo debutto dopo quello avvenuto nella ‘Norma’, mentre Mirco Palazzi è Alfonso I d’Este.

“Il pubblico rimarrà sicuramente stupefatto dalla figura di Lucrezia Borgia, distante mille miglia dall’iconografia classica di Lucrezia Borgia, assetata solo di potere e sfrenata sessualmente – spiega il soprintendente Carlo FuortesAl centro c’è il suo rapporto con la maternità mancata, cercata e non trovata, con il figlio Gennaro. Non è un’idea balzana del giovane regista, è una cosa presente nell’opera di Romani e Donizetti” e “ancora di più nell’opera di Victor Hugo. E’ una lettura assolutamente filologica, però credo molto nuova”.

L’opera ambientata nella Roma del dopoguerra

“La versione che proporremo è decisamente particolare – conferma il maestro BisantiVerrà messo in scena uno spettacolo che include tutte le modifiche e le correzioni che Donizetti fece nel corso del tempo, nonché i tre finali alternativi”.

Il regista Andrea Bernard ha detto di aver scelto di ambientare l’opera a Roma tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50, “perché è un periodo che ha profondamente segnato la nostra generazione“, con riferimenti cinematografici a Ettore Scola ed Elio Petri.

“Un tempo sospeso tra la voglia di rinascere e la paura di cambiare, in cui la fede si intreccia alla politica e il potere si traveste da morale. È l’epoca – aggiunge – dell’accentramento del potere di Pio XII e della nascita della Democrazia cristiana”.

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