Attualità /Il piano regionale

71 milioni per combattere la povertà in Toscana

Il piano varato dalla Regione prevede un pacchetto di interventi in tre anni per aiutare le famiglie in difficoltà, che sono aumentate nel corso della pandemia

Un piano da 71 milioni di euro in 3 anni (2020-2023) per combattere la povertà in Toscana. È questo il pacchetto di misure varato dalla Regione attingendo alla risorse del Fondo nazionale per la povertà, predisposto dal Governo, che andrà ad aiutare le fasce più in difficoltà della popolazione, che sono cresciute durante la pandemia.

Povertà in crescita a causa della pandemia

Nel 2020 infatti risultano 57.767 le famiglie toscane in povertà, mille in più rispetto all’anno precedente, un amento dello 0,1% causato appunto dal Covid-19 e solo in parte attenuato grazie alle con misure di sostegno pubbliche, come la Cassa integrazione e il Reddito di cittadinanza.
In particolare quest’ultimo – di cui nel 2021 hanno beneficiato oltre 45mila nuclei familiari – ha ridotto la povertà di 0,7 punti percentuali nel 2019 e di un punto nel 2020.
Un altro indice della difficoltà vissute dalla popolazione è il ricorso agli aiuti alimentari per le fasce più indigenti, che è aumentato negli ultimi due anni del 13,3%.

Nell’ultimo biennio le iniziative messe in atto hanno permesso di attutire fortemente le conseguenze sociali di questa emergenza, ma per molte famiglie è stata comunque una fase difficile – ha sottolineato il presidente della Regione, Eugenio Gianicon il Piano approvato abbiamo voluto proiettarci oltre questa emergenza, dando una risposta strutturale e articolata al problema povertà, sotto tutti i suoi aspetti, dall’assistenza socio-sanitaria all’inclusione socio-lavorativa, dalle politiche abitative a quelle educative, con una attenzione particolare ai più indigenti e ai senza dimora“.

Gli interventi previsti

Il piano contro la povertà della Regione non vuole limitarsi al seppur fondamentale sostegno al reddito, ma mette in campo una serie di percorsi per prevenire e abbattere le cause dell’impoverimento. Si va dai servizi di assistenza sociale professionale al sostegno socio-educativo, dagli aiuti alle famiglie con minori ai tirocini finalizzati all’inclusione sociale, fino alla mediazione culturale e all’assistenza domiciliare.
Una quota degli interventi sarà dedicata alle persone in condizione di povertà estrema e senza dimora, con servizi di posta e residenza virtuale e di pronto intervento sociale.

A coordinare tutti gli interventi saranno il tavolo regionale della Rete per la protezione e l’inclusione sociale (ne fanno parte gli assessorati regionali competenti, Anci e i rappresentanti delle zone distretto) e la cabina di regia regionale, che dialogheranno con i territori monitorando l’attuazione degli interventi stessi.

Tutti gli interventi in programma sono stati pensati per integrarsi con i percorsi già in atto di sostegno, emersione e prevenzione rispetto a ogni tipo di povertà – spiega l’assessora alle politiche sociali Serena Spinelli – in questo senso determinante è il lavoro sinergico con le realtà e le istituzioni presenti sui territori, con i Comuni, con i servizi di carattere sociale e sociosanitario, con gli enti del Terzo Settore. La capacità di fare rete è la forza di questo strumento di cui ci siamo dotati ed è ciò che può fare la differenza nella risposta ai bisogni diffusi e complessi delle persone e delle nostre comunità”.

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