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A Firenze l’Albero dei tutti in ricordo delle vittime della mafia

L’opera realizzata da Gregor Puggerì inaugurata al Giardino dell’Orticoltura. Maria Falcone ha ricordato le piccole sorelle Nencioni morte nella strage dei Georgofili

L’inaugurazione dell’Albero dei tutti – © Questura di Firenze

Inaugurata a Firenze l’esposizione dell'”Albero dei Tutti“, l’opera artistica itinerante, simbolo della lotta alla mafia attraverso il ricordo delle sue vittime, dell’artista Gregor Pruggerì. I rami rappresentano simbolicamente le vittime della mafia.

La scultura è stata installata all’interno del Giardino dell’Orticoltura, in prossimità del piazzale di fronte al Tepidarium del Roster. Alla cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, il questore Maurizio Auriemma e il curatore generale della Fondazione Falcone Alessandro de Lisi.

“Siamo onorati di poter ospitare anche nella realtà gigliata un così importante e tangibile simbolo dell’impegno nella lotta alla mafia – ha sottolineato Auriemma -, anche attraverso la memoria e il ricordo indelebile di coloro che hanno perso tragicamente la vita per sua mano. Oggi vedo di fronte a me le rappresentanze di tutte le istituzioni cittadine, unite e insieme determinate a contrastare sempre e ovunque il fenomeno mafioso”.

L’albero dei tutti 1

Per Maria Falcone, presidente della Fondazione intitolata al fratello Giovanni, “quest’opera è divenuta un simbolo, come ago che cuce le memorie dei luoghi, non solamente nel ricordo dei caduti nella lotta alle mafie ma anche quelle delle comunità che la ospitano in questo, lungo il suo viaggio in Italia. Dobbiamo andare avanti, proseguire il lavoro di promozione della memoria e dei valori di giustizia e lotta alle mafie soprattutto verso i giovani, gli studenti, le imprese e le istituzioni: l’arte è la migliore alleata della memoria, quando non è retorica, decorazione, ma si rivela vera, anche attraverso un progetto di comunità”.

Firenze, ha aggiunto Maria Falcone, è una città sorella di Palermo “nel dolore e nella rinascita civile, specialmente oggi vogliamo ricordare le sue piccole sorelle Nencioni, assassinate nel 1993, ogni giorno mai dimenticate, togliendo dal linguaggio quell’equivoco di pregiudizio che la mafia è solo una questione meridionale, oggi del tutto inesatto e che non uccide i bambini”.

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