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Alessia Bonari, non dimentichiamo il suo volto segnato dalla mascherina

L’abbiamo conosciuta quando, sul suo profilo Instagram, ha pubblicato una foto che è diventata simbolo della sofferenza che stavano vivendo medici e infermieri. Oggi che soffia il vento del negazionismo è importante ricordare quel suo volto segnato

Alessia Bonari

Ha da poco compiuto 24 anni Alessia Bonari, l’infermiera di Grosseto che tutti abbiamo imparato a conoscere grazie ad un post pubblicato sul suo profilo Instagram che la ritraeva con il volto solcato dai segni causati dall’uso prolungato della mascherina protettiva. Una foto simbolo dei primi mesi strazianti dell’emergenza sanitaria, i mesi in cui ci siamo accorti di quanto fossero fondamentali per il nostro Paese medici e infermieri. Li vedevamo davvero forse per la prima volta e sui balconi dedicavamo loro lunghi applausi.

Rispetto ad allora qualcosa è cambiato, agli applausi abbiamo sostituito i dubbi, le minacce, le denunce. È quanto sta accadendo in molte città d’Italia, atti di vandalismo contro strutture sanitarie si sono registrati anche a Prato e nel Chianti. Il vento è cambiato rispetto a soli otto mesi fa ma gli occhi di Alessia Bonari sono ancora pieni di speranza, la speranza che chi fa il suo mestiere deve lottare per non perdere mai. E noi faremmo bene a riguardare quella foto e a ricordarci di lei e di quelli che hanno dedicato le loro giornate e le loro nottate a combattere anche per noi. Rischiando in prima persona.

Alessia è tra le venti donne che possono essere votate nel sondaggio lanciato dal settimanale D di Repubblica che alla fine eleggerà la donna dell’anno 2020 scelta tra le italiane eccellenti che hanno lasciato un segno forte nel 2020. Come lei in questa lista ci sono altre donne eccellenti che vengono dall’ambito sanitario, e non poteva essere altrimenti, ma in questo momento di scetticismo e negazionismo, il suo volto e quelle delle sue colleghe può aiutare chi sembra aver dimenticato con troppa facilità.

Alessia è il volto buono della società: giovane e solare lavora a Milano, di lei non si sa molto, non è molto attiva neppure sui social. Su Instagram, dove comunque è molto seguita pubblica di tanto in tanto, un viaggio estivo, un mazzo di fiori per ringraziare degli auguri per il compleanno ricevuti.

Alessia è molto bella. Era bellissima nell’abito nero di Momoni sul red carpet di Padrenostro (film diretto da Claudio Noce) ospite alla Mostra del Cinema di Venezia in rappresentata del personale sanitario di tutta Italia. Occasione durante la quale ha ricevuto anche il premio “personaggio dell’anno”, organizzato da Tiziana Rocca.

Ma Francesca era bella anche nella foto pubblicata il 9 marzo scorso in cui chiedeva a tutti di fare ciascuno la propria parte perché lei e tutti i suoi colleghi e colleghe erano allo stremo: “Sono stanca fisicamente perché i dispositivi di protezione fanno male, il camice fa sudare e una volta vestita non posso più andare in bagno o bere per sei ore. Sono stanca psicologicamente, e come me lo sono tutti i miei colleghi che da settimane si trovano nella mia stessa condizione, ma questo non ci impedirà di svolgere il nostro lavoro come abbiamo sempre fatto. Continuerò a curare e prendermi cura dei miei pazienti, perché sono fiera e innamorata del mio lavoro”.

Un post oggi tristemente nuovamente attuale. Attuale soprattutto l’appello finale di Alessia: “Noi giovani non siamo immuni al Coronavirus, anche noi ci possiamo ammalare, o peggio ancora possiamo far ammalare. Non mi posso permettere il lusso di tornarmene a casa mia in quarantena, devo andare a lavoro e fare la mia parte. Voi fate la vostra, ve lo chiedo per favore”.

La foto di Alessia è tra le cose che forse non dimenticheremo mai di questo 2020.

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