Enogastronomia/

BuyFood, Toscana prima in Italia per numero di Indicazioni Geografiche

La produzione agroalimentare made in Tuscany più forte della pandemia: in cinque anni exploit del +47%. L’export vola con olio e prosciutto per un giro d’affari di 74 milioni

BuyFood 2021

La produzione agroalimentare certificata made in Tuscany si dimostra più forte perfino della pandemia: in cinque anni il valore dei prodotti certificati ha registrato un +47% mentre a livello nazionale non si è andati oltre il +19% nello stesso periodo. La Toscana conferma la leadership a livello nazionale con 89 tra prodotti DOP e IGP: 31 sono quelli direttamente legati al food. La filiera delle Indicazioni Geografiche dà stabilmente lavoro a oltre 12 mila operatori. Questi i numeri emersi dal convegno “Un new deal per la Toscana delle Indicazioni Geografiche”, in occasione della terza edizione di BuyFood Toscana 2021 da cui emerge la leadership della Toscana per numero di denominazioni e per superficie coltivata certificata.

La vetrina internazionale dei prodotti agroalimentari certificati è stata promossa da Regione Toscana e Camera di Commercio di Firenze e organizzata da PromoFirenze e Fondazione Sistema Toscana, grazie alla collaborazione del Comune di Siena, al patrocinio della Camera di Commercio Arezzo-Siena e al supporto di Assocamerestero all’interno del progetto “True Italian Taste”. L’evento a Siena nel Complesso di Santa Maria della Scala si è avvalso della sinergia di Vetrina Toscana.

Dal 2015 al 2019, il valore alla produzione delle IG toscane è stato caratterizzato da una crescita del 47%, dovuta principalmente al comparto degli oli di oliva, ortofrutticoli e cereali, prodotti a base di carne e prodotti della panetteria e biscotteria – ha spiegato Fabio Del Bravo di ISMEA (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) – . La produzione agricola toscana vale 2,6 miliardi di euro: 2,2 afferiscono direttamente ai prodotti alimentari ad esclusione del vino, la cui incidenza è pari al 17%” senza dimenticare che è pari a 1,3 miliardi di euro il valore aggiunto dell’industria di trasformazione alimentare“.

Dallo studio presentato da Del Bravo salta agli occhi il peso che alcuni prodotti agroalimentari hanno sulla produzione IG complessiva: Prosciutto Toscano DOP, Pecorino Toscano DOP, Olio Toscano IGP, Cantucci Toscani IGP e Finocchiona IGP rappresentano da soli l’80% del valore. Con 31 prodotti agroalimentari (16 DOP e 15 IGP) riconosciuti a livello comunitario, nel 2021, la Toscana rappresenta il 10% dei riconoscimenti IG nazionali. “A giocare la parte del leone sono i prodotti a base di carne (6 denominazioni per 51 milioni di euro di valore), seguiti da settore caseario (3 denominazioni per 31 milioni di euro), panetteria e pasticceria (4 denominazioni per 26 milioni di euro), olio extravergine di oliva (5 IG per 25 milioni di euro), carni fresche (3 IG per 18 milioni di euro) e comparto ortofrutta e cereali (ben 8 denominazioni per oltre 500 mila euro)” ha aggiunto Del Bravo.

Il Prosciutto Toscano Dop

L’export vola con olio e prosciutto

Sul fronte dell’export la Toscana esporta beni per complessivi 40,5 miliardi di euro. L’agroalimentare incide per il 6,5% del totale con 2,6 miliardi. Superiore alla media il tasso annuo medio di crescita: 4,2% contro il 3,3% dell’export complessivo. Se il 40% dell’export è legato alle spedizioni di vino all’estero: da segnalare che le esportazioni agroalimentari IG sono cresciute dell’83% nel periodo 2015-2019: nel 2019 pari a circa 74 milioni di euro. A fare da traino sono l’Olio Toscano IGP e il Prosciutto Toscano DOP. Il 39% delle produzioni DOP e IGP vola verso gli USA, il 27% in Germania, l’11% verso il Regno Unito, il 5% in Canada e 2% nei Paesi Bassi.

Il ruolo delle aziende agroalimentari

Sono circa 43.500 imprese agroalimentari in Toscana: oltre 3.500 quelle che operano nell’industria alimentare e delle bevande e rappresentano il 5% del totale nazionale. Su 1,7 milioni di occupati in Toscana, 51.700 operano nel settore dell’agricoltura. Colpiscono i dati elaborati da Ismea sulle principali filiere tricolori e sul ruolo che gioca il Made in Tuscany: emerge che su circa 23mila occupati nella filiera dell’olio extravergine d’oliva in Italia, 10mila lavorano in Toscana. Insieme all’Emilia Romagna, la regione detiene anche la metà degli impianti di lavorazione delle carni del Paese.

BuyFood 2021, panel dedicato all’olio toscano

Il “peso” dell’olio e degli agriturismi

Con oltre 70mila ettari certificati nel 2019, la Toscana è la prima regione per superficie impiegata per la produzione agroalimentare IG: pesa per il 28% sulla superficie nazionale e per l’85% su quella del Centro Italia. Oltre il 95% della superficie della regione è dedicata alla produzione di olio di oliva. Ma è anche la regione che conta la maggior diffusione di agriturismi, con oltre 5mila strutture attive sul territorio: il 97,8% dei Comuni ne conta almeno uno entro i propri confini. Un dato che non stupisce, anche in relazione al fatto che la metà delle Città dell’Olio e delle Città del Vino riconosciute nel Centro Italia si trovano proprio in Toscana.

BuyFood 2021, Eugenio Giani

Agroalimentare traino per la Toscana

L’agroalimentare si conferma elemento di traino di qualità per l’Italia e per la Toscana in particolare – ha commentato il presidente della Regione Eugenio Giani – Se il Fondo Internazionale ha portato al rialzo dal 5,1 al 6% le stime di crescita del Pil in Italia è proprio per il profilo del nostro export. Ecco perché le esportazioni toscane giocheranno un ruolo molto importante in termini di risorse nel Recovery Fund e nei Fondi strutturali“.

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