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Diritti dell’infanzia, così la Toscana si prende cura di oltre 30mila bambini

L’assessora Spinelli ricorda il ruolo svolto dal Centro regionale di documentazione insieme con l’Istituto degli Innocenti e i progetti in corso per l’adolescenza a rischio

La bottega dei ragazzi all’Istituto degli Innocenti - © Istituto degli Innocenti

Infanzia a rischio: ogni anno la Regione Toscana ha in carico le vite di oltre 30mila bambini. Di ognuno di loro si prende cura secondo necessità. Dati che l’assessora al Sociale Serena Spinelli ha ricordato in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

La giornata si celebra il 20 novembre: lo stesso giorno in cui, nel 1989, l’Onu adottò la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Giornata a cui la Toscana ha scelto di aderire.

“Al di là di ogni ritualità, questa data è l’occasione per ribadire l’impegno costante della Regione, insieme a quello di enti locali e servizi sociali e sociosanitari sui territori, per garantire pienezza di diritti a bambine e bambini, ragazze e ragazzi – assicura l’assessora SpinelliQuello di cui oggi si parla è la qualità delle loro vite, quelle di chi cresce all’interno delle relazioni familiari e quelle di chi, per situazioni di criticità e fragilità, si trova a farlo al di fuori dalla famiglia, in comunità residenziali o in affido”.

Serena Spinelli

Infanzia: i numeri dei servizi in Toscana

Sono poco meno di 25mila i bambini di cui si occupano i servizi sociali per rimuovere ostacoli e difficoltà nel loro percorso di crescita. Si va da percorsi di accompagnamento alla prevenzione dei rischi e agli interventi di tutela e protezione per la salute e la sicurezza.

Oltre 4700 sono ragazzi che usufruiscono di un servizio di educativa domiciliare per accompagnarli nel loro percorso di crescita e a sostenere i loro genitori nel migliorare le capacità di relazionarsi e rispondere al meglio ai loro bisogni.
Circa 2000 sono invece i minori che vivono fuori dalla famiglia di origine, collocati in comunità o in famiglie affidatarie.

Le scelte e gli strumenti della Toscana

Le politiche regionali in materia di infanzia, adolescenza e famiglie si sono nel tempo orientate verso la messa a sistema di progettualità e risorse nazionali e regionali. Allo stesso tempo si è scelto di valorizzare le buone pratiche presenti sul territorio e il lavoro prezioso degli operatori.

Fondamentale è il ruolo del Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza, le cui attività sono svolte con l’Istituto degli Innocenti: fornisce strumenti di conoscenza e supporta gli interventi della Regione Toscana al fine di  rispondere al bisogno di ogni bambino di crescere in un ambiente stabile, sicuro, protettivo e ‘nutriente’.

La bottega dei ragazzi all’Istituto degli Innocenti – © Istituto degli Innocenti

Il programma Pippi per i più vulnerabili

Altro fronte di impegno per la Toscana e lo sviluppo delle Linee di indirizzo sull’intervento con bambini e famiglie in situazione di vulnerabilità, soprattutto  attraverso le prestazioni del programma  P.I.P.P.I. (Programma di intervento per la prevenzione dell’istituzionalizzazione).

P.I.P.P.I., che richiama intenzionalmente il personaggio di Pippi Calzelunghe, coinvolge insieme Ministero, Istituzioni locali, Università con l’obiettivo di diffondere un approccio multidimensionale e partecipato che renda effettivamente esigibili i diritti sanciti dalla Convenzione Onu.

Un lavoro senza sosta per tutti i bambini

Un lavoro che non può fermarsi – conclude l’assessora -, ma che deve vederci anzi sempre più vicini ai diritti dei cittadini di oggi e di domani, una parte preziosa della nostra comunità ma in cui il peggioramento delle condizioni socioeconomiche di molte famiglie sta facendo aumentare le situazioni di povertà educativa e alimentare“.

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