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Fenomeno bio, in Toscana un terzo dei vigneti è green

Le produzioni di Chianti Classico e Brunello di Montalcino hanno superato oltre il 50% della produzione, centinaia le aziende in conversione

vigna

In Toscana il biologico è sempre più diffuso nel mondo del vino. Circa un terzo dell’intera superficie a vigneto regionale è coltivato con metodi sostenibili, il 17% della superficie a bio in Italia. Un exploit, quello della Toscana, che conta circa 350mila ettolitri bio, il 15% dei 2,2 milioni di ettolitri prodotti a livello nazionale. E’ quanto emerge dal rapporto Ismea presentato a PrimAnteprima.

Una ricerca di distintività e qualità emerge dall’analisi dei dati relativi alla vitivinicoltura biologica -sottolinea la vice presidente della Regione Toscana Stefania Saccardi –  Il 32% della superficie a vigneto regionale (oltre 19 mila ettari) è coltivata secondo il metodo dell’agricoltura biologica evidenziando una crescita estremamente rilevante anche se confrontata con quanto accaduto a livello nazionale”.

Fenomeno bio, che escalation

La Toscana ha bruciato le tappe nel giro di una quindicina d’anni passando da 500 aziende biologiche nel 2007, alle oltre 5000 attuali. A fronte di un raddoppio a livello nazionale, sottolinea l’assessora Saccardi “in Toscana la superficie si è più che triplicata”.

Dopo un avvio incerto negli anni Novanta, il biologico ha conquistato le denominazioni più prestigiose e le realtà imprenditoriali più rappresentative della regione: Chianti Classico e Brunello di Montalcino ne sono la dimostrazione. Morellino di Scansano, Vino Nobile di Montepulciano e Vernaccia di San Gimignano hanno visto una crescita molto sostenuta di aziende e produzioni biologiche. Importante l’exploit della Maremma Toscana in termini quantitativi e qualitativi.

Nell’edizione appena conclusa di BuyWine circa metà dei produttori di vino presenti proponevano vino biologico, e anche da parte dei buyers si tratta di una caratteristica molto richiesta – conclude la vicepresidente Saccardiil 90% degli incontri sono stati valutati come interessanti da parte di Seller e Buyer e il 91,6% delle aziende ha affermato di poter proseguire le trattative di business e di concludere ordini”.

Il vino bio “va” anche sfuso

Qualità e quantità sono andati di pari passo nel corso dell’ultimo decennio. Il biologico toscano ha oggi un buon riscontro anche sul fronte dello sfuso: in media il prezzo è superiore dal 10 al 30% rispetto allo stesso vino prodotto in modo convenzionale. Tra i paesi più attenti Nord America, Nord Europa e Regno Unito. 

Il fenomeno bio in Toscana

Vino e cantine biologiche fanno quindi della Toscana una delle realtà più green d’Italia. Il report realizzato da Ismea nel 2021 sulla filiera vitivinicola biologica indicava tra le province con la più alta percentuale di vigneti biologici rispetto alla superficie totale a vigneto Pisa (38,5%) mentre Siena con 6.795 ettari è tra le province con la più alta presenza di vigneti biologici. Insomma il fenomeno bio conquista sempre più i viticoltori toscani.

Gli exploit dei consorzi di tutela

Tra i consorzi spicca l’85% della produzione bio del Montecucco. Inoltre il Montecucco può contare sull’82% di Sangiovese Docg biocertificato sul totale della produzione (hl/vino). Il Consorzio del vino Brunello di Montalcino registra una produzione bio che sfiora il 50% del totale coltivato per la Docg. I viticoltori convertiti o in fase di conversione sono 106 su 257 aziende.

I dati della vendemmia 2020 davano il Consorzio del Gallo Nero sopra la quota del 52,5% per la destinazione dei vigneti a coltivazione bio. Una progressione importante, se si tiene conto che la Docg del Chianti Classico è tra le più grandi per le dimensioni del territorio e il numero di produttori.

Ha intrapreso la strada della denominazione interamente bio per disciplinare anche il consorzio della Doc Valdarno di Sopra. Insomma il fenomeno bio in Toscana è sempre più una realtà.

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