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Firenze, violenza sulle donne in aumento durante il lockdown

Circa 900 donne hanno chiesto aiuto al centro antiviolenza Artemisia, 88 di queste durante il lockdown. Per l’assessore di Firenze alle pari opportunità “nessuna deve sentirsi sola”. Ecco cosa fa il Comune per contrastare il fenomeno

Immagine generale speciale Violenza donne

Quello della violenza sulle donne “è un problema reale”. Lo ha ricordato in consiglio comunale, a Firenze, l’assessore alle pari opportunità Benedetta Albanese. “I dati, ancora non definitivi, sono lì per dimostrarcelo”. Da gennaio a ottobre 2020, infatti, circa 900 donne hanno chiesto aiuto al centro antiviolenza Artemisia, di cui 88 durante il primo lockdown. Ovvero quando Artemisia, dopo un’iniziale e preoccupante silenzio, ha ricevuto una media di 2,4 telefonate al giorno (il dato definitivo di tutto il 2019 era stato di 985 richieste di aiuto). Durante i lockdwon, quindi, la situazione è peggiorata. “Il lavoro da fare è ancora molto, ma abbiamo una rete di protezione del territorio assai forte” assicura l’assessore.

Le cose fatte

Temi, questi, che trovano legittima amplificazione in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. È anche per questo che Benedetta Albanese ha voluto ricordare al consiglio comunale (e a tutta Firenze) il lavoro fin qui svolto. Cosa è stato fatto? Be’, Firenze può contare su una rete di protezione per le donne vittime di violenza, una collaborazione forte da parte di istituzioni, associazioni e forze dell’ordine che lavorano contro la violenza sulle donne per sensibilizzare e prevenire, per essere presenti e pronti ad intervenire, ma anche per agevolare percorsi di reinserimento lavorativo e recupero di autonomia. “È inoltre fondamentale favorire uno scatto culturale da parte di tutta la società, donne e uomini insieme, per contrastare ogni forma di violenza di genere, fisica e psicologica” aggiunge l’assessore.

L’impegno di Firenze

“La violenza sulle donne continua purtroppo ad essere un tema d’attualità e la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è un’occasione che ci permette di ricordare alle donne che subiscono violenza che non sono sole anche grazie ad una rete forte di collaborazione fra istituzioni, associazioni e forze dell’ordine del territorio” ha detto Albanese. “Come Comune siamo impegnati in prima fila insieme a varie associazioni cittadine, che ringrazio, ad informare e aiutare le donne affinché trovino il coraggio di denunciare subito la violenza, che non è solo fisica ma anche psicologica”.

Municipale, attivo il reparto ‘violenza di genere’

“In tema di possibilità di intervento, oltre al fondamentale e capillare lavoro della Prefettura e delle forze dell’ordine, prezioso è anche l’impegno del reparto anticrimine e violenza di genere della Polizia Municipale” prosegue Albanese chiarendo che “si tratta di un reparto il cui personale è stato recentemente implementato e che, oltre a costituire il canale privilegiato per l’attivazione dei servizi territoriali di assistenza, è formato appositamente per svolgere indagini e contrastare reati quali la violenza domestica, la violenza sessuale e lo stalking anche attraverso i social media”. Nei primi 10 mesi del 2020 la polizia municipale ha trattato 12 casi, eseguito 2 misure cautelari, fatto 27 annotazioni di polizia giudiziaria, a cui si aggiungono 25 informative ad altre forze di polizia e attivato 15 contatti con i servizi sociali e associazioni che operano sul territorio.

Nuove opportunità

Sul fronte dell’agevolazione di percorsi di reinserimento e recupero di autonomia da parte delle vittime di violenza, ma non solo, anche della creazione di opportunità per ogni donna, l’assessore Albanese ha ricordato che dal 2017 è attivo a Firenze lo sportello InformaDonna. Lo sportello offre un servizio individuale di orientamento e assistenza su lavoro e formazione rivolto alle donne di ogni età e nazionalità; in particolare, nei confronti delle vittime segnalate dalle associazioni offre un servizio mirato ad aiutarle nel percorso di reinserimento formativo e lavorativo per il recupero della propria autonomia. “Uno sportello che non si è fermato durante il lockdown ed è rimasto attivo con lo smartworking via skype – ha aggiunto Albanese – e che in un anno come questo ha dato risultati molto importanti, seppur ancora parziali nei numeri: da gennaio ad oggi sono state 125 le consulenze effettuate dallo Sportello InformaDonna, il 30% delle quali indirizzate dal centro antiviolenza Artemisia, mentre altre sono state indirizzate da Nosotras, Curandaie, Istituto degli Innocenti, spazio Neo Mamme e Reti di Solidarietà”.

Al via il PortaleDonna

“Continuiamo a lavorare in rete. È la strada giusta per dare una risposta a chi è in difficoltà”

“Contrastare la violenza contro le donne passa da una serie di azioni concrete, messe insieme dalla rete che si è creata sul territorio per aiutare le donne. Dopo la firma del protocollo con i sindacati per contrastare la violenza di genere, il 26 novembre si riunisce il tavolo fra Palazzo Vecchio e sindacati Cgil, Cisl e Uil per mettere in sinergia le iniziative che già ci sono a livello territoriale contro la violenza di genere e per metterne in campo di nuove” ha spiegato ancora Albanese che ha aggiunto: “Noi seguiamo tutte le strade, puntando molto da un lato sull’informazione. Il 25 novembre inauguriamo il PortaleDonna, un nuovo spazio on-line del PortaleGiovani dedicato alle donne della città di Firenze che necessitano di informazioni sui servizi presenti sul territorio a loro rivolti, notizie rilevanti su tematiche di genere, incentivi ed agevolazioni loro rivolte. E dall’altro lavoriamo altrettanto sulla sensibilizzazione”. Inoltre il 25 novembre Teatri d’Imbarco realizzerà con il un evento on-line, inserito nel festival dei diritti, contro la violenza di genere legato ad un progetto di approfondimento sul tema della violenza domestica, cui potranno collegarsi gli spettatori del web dal titolo ‘Il Femminicidio secondo Dostoevskij’. “Continuiamo a lavorare tutti insieme” ha concluso Albanese. “Continuiamo a lavorare in rete: è la strada giusta per dare una risposta a chi è in difficoltà”.

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