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“L’impegno dell’Anpi per un 25 aprile nel segno della pace in Ucraina”

Il coordinatore dei partigiani toscani Bruno Possenti interviene sul senso delle celebrazioni della Liberazione quest’anno e le polemiche strumentali su Bella ciao

Bruno Possenti (al centro) presidente dell’Anpi - © pagina Facebook Anpi Pisa

Non bastavano due anni di pandemia. Dopo il Covid-19 a stravolgere le nostre vite è arrivato il conflitto tra Ucraina e Russia. Una guerra che ha acceso il dibattito e sta turbando le coscienze di molti per la scelta di sostenere anche con le armi la resistenza ucraina. In questi giorni che precedono le celebrazioni del 25 aprile, in tanti si interrogano sulle possibili soluzioni. L’Anpi punta a “un 25 aprile di memoria della Liberazione e di impegno per la pace“.

E’ una guerra nel cuore nel cuore dell’Europa che crea lutti, devastazioni, fughe di popolazione dai loro territori, dalle loro case – ammette Bruno Possenti, presidente provinciale dell’Anpi di Pisa e coordinatore dei partigiani toscani -. Fin dal 25 aprile dal 1946, dalla prima celebrazione della Liberazione di guerre ne abbiamo avute dappertutto nel mondo. C’è stata la guerra fredda con tensioni e blocchi contrapposti ma una cosa del genere come quello che sta avvenendo in Ucraina non l’abbiamo mai avuto“.

Profughi dall’Ucraina – © Bumble Dee/Shutterstock

Cinque milioni di persone sono già fuggite dall’Ucraina, in Italia sono arrivati oltre 90mila profughi. Oltre 8mila in Toscana. “Ci troviamo di fronte all’aggressione della Russia e di Putin a uno stato sovrano. Una decisione scellerata che l’Anpi ha condannato fin dal 24 febbraio. Un gesto inaccettabile. Non è questo il modo di regolare le controversie tra due paesi” puntualizza il presidente dell’Associazione partigiani.

Al fianco della popolazione ucraina

L’Anpi da subito si è schierata al fianco della popolazione ucraina e in occasione del congresso nazionale che si è svolto a Riccione è stata avviata una raccolta di fondi. “Sono soldi che diamo agli immigrati che sono arrivati in Italia, soprattutto ai bambini che sono arrivati senza nulla” sottolinea Possenti. Una campagna solidale che vede i partigiani dell’Anpi al fianco dei profughi ucraini, di chi è costretto a lasciare la propria casa e a fuggire per colpa della guerra.

“L’uso delle armi che ha innescato Putin ritengo sia una scelleratezza, si deve arrivare subito al cessate il fuoco e allo stop delle ostilità. Bisogna arrivare a una conferenza internazionale con la garanzia delle Nazioni unite e delle potenze del mondo per un assetto di pace, per tornare a vivere senza sentirsi in pericolo” prosegue Possenti. Ma anche se l’obiettivo di una pace immediata fosse dietro l’angolo, le conseguenze di questo conflitto si faranno sentire a lungo. Il presidente dell’Anpi ne è convinto.

Gli effetti collaterali della guerra

Quando finirà questa guerra resteranno gli odi, chi è stato ferito le ferite se le porta dietro – riconosce Possenti – Io mi ricordo il risentimento nutrito per anni contro i tedeschi: venivano al mare in Italia e non ci avevano fatto nulla, ma c’era un’ostilità nei loro confronti che solo con il tempo si è andata attenuando tra gli italiani. Le ferite richiederanno molto tempo per rimarginarsi e tanto più va avanti la guerra tanto più rimarranno gli odi e si accumulerà il risentimento“.

La strada per una soluzione pacifica è nel sostenere la resistenza ucraina con armi e mezzi. “Come Anpi noi riteniamo che chi è stato aggredito ha diritto a difendersi e quindi è legittimo che chi governa l’Ucraina e ancor più la popolazione si difendano da chi viene ad uccidere e a distruggere” ammette Possenti. Il punto è se i paesi europei debbano sostenere questa resistenza fornendo essi stessi le armi.

Liberazione 25 aprile

L’impegno dell’Anpi per la Pace

Dare le armi significa far precipitare il mondo verso una catastrofe – è il commento di Possenti – Più la guerra si allarga e più incidenti sono possibili. Molti diranno che quello che avviene oggi non è poi tanto diverso da quanto si verificava durante la seconda guerra mondiale con la Resistenza. Durante la guerra i partigiani combattevano contro i tedeschi, americani e inglesi fornivano le armi ma combattevano tutti lo stesso nemico“. Ecco perchè dev’essere la diplomazia a perseguire una via di pace. “Chiunque si riconosce nei valori della nostra Costituzione, tutti quelli che hanno una coscienza democratica devono far sentire la voce e chiedere un intervento alla Ue per far interrompere la guerra” insiste. Una posizione, quella dell’Anpi, che è stata oggetto di polemiche e strumentalizzazioni da parte di alcuni.

Polemiche che hanno investito anche il canto per eccellenza del 25 aprile: “Bella Ciao” dopo la proposta, respinta, di vietarla a a scuola a Medole in provincia di Mantova. “Bella ciao la dobbiamo cantare, è il canto più diffuso al mondo. E la canzone della libertà, di chi rigetta le prepotenze. Anche in Ucraina hanno trovato l’invasore e fanno bene a cantarla. E’ una canzone che deve essere di tutti. Chi ha fastidio per Bella ciao fastidio per la democrazia” conclude Possenti.

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