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Parte dalla Toscana la rivoluzione della moda sostenibile: nasce “Sfashion-Net.it”

Dalla toscana Marina Savarese e le milanesi Guya Manzoni e Valeria Santarelli nasce l’idea di creare una rete di brand che vogliono fare una moda attenta all’ambiente e al sociale

sarta - © Ienetstan

La società dei consumi ci ha ormai abituati al “fast fashion” cioè abiti che costano pochissimo, che vengono buttati via quasi fossero “usa e getta” ma che hanno un enorme costo per l’ambiente per la quantità di acqua ed energia che richiedono per essere realizzati e un costo anche umano perchè chi li produce vive spesso in zone povere del mondo, lavora non in sicurezza rischiando la salute e la vita e venendo pagato pochissimo.

Il progetto innovativo

Per combattere tutto questo è nato durante il primo lockdown  Sfashion-Net.it un portale web che vuole creare una rete di brand, aziende e artigiani che operano tenendo conto dell’ambiente e che creano prodotti di altà qualità fatti per durare nel tempo. Una moda ‘critica’ fatta di produzioni indipendenti per ripensare il “sistema moda” secondo parametri di responsabilità ambientale e sociale. Micro, piccole imprese e artigiani che si sono messi insieme perchè “l’unione fa la forza” e partendo dal basso si può essere promotori di un cambiamento.

Le ideatrici del progetto sono la toscana Marina Savarese e le milanesi Guya Manzoni e Valeria Santarelli che hanno dichiarato: “Quando ci siamo lanciate in questo progetto sapevamo già che non sarebbe stato facile e avremmo dovuto faticare. Eppure quello che ci spinge è più forte della fatica. É amore per il mondo della moda che è stato depredato della bellezza e della poesia. É fiducia nelle relazioni umane, nella collaborazione e nell’unione che fa la forza. É voglia di ripensare un sistema obsoleto, autoreferenziale ed elitario e dare voce ad attori che troppo spesso rimangono fuori scena, ma che ne rappresentano il tessuto unico, innovativo.”

I 5 pilastri fondamentali

Sfashion-net.it è una rete basata su cinque pilastri fondamentali, valori chiave dell’iniziativa. Cinque le parole d’ordine per entrare in Sfashion: “slow fashion” un invito a produrre meno senza calendari importi, “sartorial” la sartorialità come approccio produttivo fatto di filiera corta e maestranze locali, “soul” per una moda che ha un’anima perchè dietro ci sono le persone con i loro sogni e le loro storie, “sustainable” una moda attenta all’ambiente in un’ottica circolare e “social” un aspetto che preveda inclusione, relazione e connessione tra i brand.

La piattaforma ha due tipologie di utenti: il consumatore finale che a volte si trova in difficoltà a reperire prodotti alternativi, Sfashion svolge dunque il ruolo di “vetrina” ma senza e-commerce perchè il rapporto col venditore sia il più possibile diretto. Dall’altra parte offre servizi ai brand che hanno bisogno di comunicazione o di altre funzionalità.

“Il problema del fast-fashion è l’over produzione – ci ha detto Marina Savarese – si produce troppo, con ritmi che non hanno senso che spingono a un consumo costante. Non si compra più un abito che dura nel tempo, ma se ne comprano cento che durano un giorno. Tantissime catene di pronto moda non hanno attenzione all’etica del lavoro, chi lavora per loro sono schiavi del nuovo millennio. C’è bisogno di educare i consumatori, il fatto di andare a comprare una t-shirt a 5 euro non è normale anche se è insito ormai nelle nostre abitudini. Il problema è nella comunicazione, la moda lavora con le tendenze. Se prima uscivano due stagioni l’anno, adesso ogni 5 minuti esce qualcosa. Il fatto che “o sei in o sei out” funziona ancora sulla psicologia delle persone, sono leve di marketing  che ancora purtroppo fanno adepti. Però non ci dimentichiamo che la moda la facciamo noi, è il mercato che fa la domanda. Se smettiamo di alimentare un certo tipo di prodotti e produzioni boicottando marchi che non si comportano bene con l’ambiente e con le persone a un certo punto dovranno prendere in considerazione il calo del fatturato, prima o poi dovranno fare i conti con consumatori più attenti.”

Come si partecipa?

La rete di Sfashion-net.it contiene già 70 brand e altri 30 sono in attesa di essere accettati, ma come si entra in Sfashion-Net.it? E’ semplice basta contattare Sfashion e riempire un questionario. “Noi sosteniamo le partite Iva e le imprese non gli hobbisti perchè vogliamo portare avanti aziende che seppur piccole vogliono sopravvivere e portare avanti il loro lavoro in maniera professionale. -ha dichiarato Marina Savarese – L’inserimento nel portale è gratuito. La forza del progetto è proprio la selezione accurata  che noi facciamo. Noi parliamo e conosciamo personalmente tutti i brand che sono nel portale, altrimenti la rete non serve, diventa solo un contenitore vuoto”.

Novità in arrivo

“Nei prossimi mesi – conclude Marina- pubblicheremo una guida per Natale che uscirà a entro al fine del mese con le proposte di tutti i brand del nostro portale. Poi metteremo su un’area dedicata ai servizi e dei piccoli workshop. Lanceremo delle guide, il progetto è grande ed è in espansione.”

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