Salgono a cinque le vittime accertate dell‘esplosione avvenuta ieri mattina allo stabilimento Eni di Calenzano: l’epicentro del disastro è stato il deposito Eni di carburante, il boato è stato così forte che si è sentito a chilometri di distanza, fino a Firenze.
Trovati morti tre dispersi. Aperta un’inchiesta
Due delle tre persone ancora disperse sono state ritrovate senza vita stamani, nell’area della pensilina dell’area di carico. Il corpo dell’ultima persona data per dispersa è stato rivenuto solo in tarda mattinata.
I feriti sono ventisette, due dei quali gravemente ustionati. Sulla vicenda la procura di Prato ha aperto un’inchiesta “per appurare eventuali responsabilità” e alcuni testimoni che erano sul posto sono stati ascoltati già nella giornata di ieri: omicidio colposo plurimo sarebbe una delle ipotesi di reato al vaglio della procura.
La prima vittima ad essere stata identificata è Vincenzo Martinelli, 51 anni, residente a Prato e originario di Napoli: aveva due figlie ed era autista di autocisterne. Forse l’altra vittima, sessantenne, era invece di Bientina, una cittadina del Pisano, ma servirà l’esame del Dna per accertarlo.
Come loro, altri colleghi sul proprio autocarro stavano facendo rifornimento in mattinata per ripartire e cominciare la giornata. È per questo che quella di Calenzano rischia di essere ricordata come la strage degli autotrasportatori.
“Ho visto una scena impressionante, c’è una distruzione totale. Immagino chi era lì a lavorare ed era lì vicino o sotto le infrastrutture di ricarica, quello dev’essere apparso come un inferno. La situazione è indescrivibile. Noi sappiamo che stamani nell’azienda erano stati effettuati 35 accessi” ha detto il sindaco di Calenzano Giuseppe Carovani, visibilmente provato dopo il sopralluogo effettuato sul posto.
La solidarietà del Presidente Mattarella. Lutto regionale l’11 dicembre
Intanto gli ospedali della zona, come il vicino policlinico Careggi, hanno accolto i feriti, ventisette in tutto, dopo l’attivazione della Regione Toscana di un piano che facesse fronte ad un “massiccio afflusso”.
I feriti non gravi portati ieri a Careggi e all’ospedale di Prato sono stati tutti dimessi o sono in fase di dimissione dall’ospedale.
Tre le persone sempre ricoverate, tutte in codice rosso: sono i due pazienti del centro grandi ustionati di Pisa, entrambi in condizioni molto gravi, e una terza persona che si trova in subintensiva a Careggi.
Ieri la Regione aveva dato un bilancio di 10 feriti portati con i mezzi di soccorso negli ospedali. A questi si sono aggiunti poi almeno 17 persone, secondo il dato fornito sempre ieri dalla prefettura, che si sono presentate autonomamente negli ospedali, per ferite di vario tipo, comunque non gravi.
Per le famiglie delle vittime e dei feriti coinvolti è giunto il cordoglio delle istituzioni, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella fino alla premier Giorgia Meloni e la presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola.
Mattarella infatti ha telefonato ieri al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani per avere informazioni sui feriti, per portare la solidarietà alle famiglie delle vittime e per ringraziare i soccorritori che sono intervenuti con grande professionalità.
Intanto il presidente Giani ha annunciato che domani, mercoledì 11 dicembre, sarà giornata di lutto regionale per le vittime dell’esplosione. “Le bandiere degli edifici della Regione saranno esposte a mezz’asta per l’intera giornata e verranno listate a lutto”, ha spiegato Giani, invitando gli enti locali e gli enti decentrati dello Stato aventi sede in Toscana ad aderire alla giornata di cordoglio.
Domani Cgil, Cisl e Uil hanno indetto per le 14.30 in piazza Vittorio Veneto a Calenzano, dove ha sede il Comune, il presidio-manifestazione ‘Basta morti sul lavoro’. Sempre per domani Cgil Firenze, Cisl Firenze Prato e Uil di Firenze hanno proclamato uno sciopero generale provinciale per le ultime quattro ore del turno.