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Neve all’Abetone e in Garfagnana, l’allerta di Coldiretti per le gelate tardive

Ha nevicato anche nell’Aretino e sul Monte Amiata: a rischio frutteti, vigneti e oliveti

Neve all’Abetone - © Eugenio Giani (facebook)

Una nevicata fuori stagione ieri in Toscana, sull’Appennino Pistoiese e anche su quello della Garfagnana. Ad Abetone e in Val di Luce le montagne si sono imbiancate come in pieno inverno, ma i fiocchi sono caduti anche a quote relativamente basse, intorno agli 800 metri, come in alcune frazioni di Sambuca Pistoiese e sulla regionale Modenese che da
Pistoia sale a San Marcello.

Ieri ha nevicato anche sui principali rilievi anche nell’Aretino: a Pratomagno, alla Burraia, alla Consuma, sull’Alpe di Catenaia. Mercoledì invece la neve aveva imbiancato il Monte Amiata.
Le precipitazioni non hanno provocato disagi ma il brusco calo delle temperature potrebbe creare difficoltà alle coltivazioni dopo i quasi trenta gradi degli scorsi giorni.

Vigneti, oliveti e frutteti a rischio

Riguardo al repentino abbassamento delle temperature infatti Coldiretti Toscana ha lanciato l’allerta per gelate tardive dopo che il clima mite aveva fatto esplodere le fioriture. L’attenzione è alta per vigneti, oliveti e frutteti e gli agricoltori corrono ai ripari con vari rimedi, dagli impianti antigelo ai fuochi accesi tra le viti.

Nel distretto della frutta in Valdichiana, tra le province di Arezzo e Siena, due notti fa la temperatura è scesa fino a 2 gradi. Sulla Montagna Pistoiese la neve non giova all’erba medica che stava per essere falciata come alimento pregiato per gli allevamenti bovini di montagna. Timore in pianura tra i vivaisti per le piante ornamentali, che erano già entrate in fase vegetativa.

“L’attenzione è massima. La soglia critica è intorno  allo zero. Al di sotto siamo a rischio – spiega Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana – il caldo di questi giorni ha accelerato la fioritura delle piante: il pericolo è per le viti, per gli olivi, per le piante da frutto ma anche per gli ortaggi in campo. Le gelate tardive sono l’altra faccia delle conseguenze dei cambiamenti climatici con inverni miti che favoriscono il germogliamento anticipato seguiti da ripidi cali di temperature in primavera: condizioni che rendono questi eventi ancora più insidiosi. Stiamo monitorando la situazione insieme a tutte le strutture provinciali presenti sul territori e ai nostri tecnici”.

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