Prove tecniche di vendemmia in Toscana: dopo il caldo record a cavallo tra fine giugno e inizio luglio e nella speranza che non si affacci la grandine sotto Ferragosto, la raccolta delle uve è già partita. I primi filari a finire nelle ceste sono quelli di Pinot Nero e Chardonnay dell’azienda Il Segreto di Massarosa. Sono destinati alla produzione di bollicine Made in Tuscany.
Le uve, spiegano da Vigneto Toscana, l’associazione dei viticoltori di Coldiretti, si presentano belle ed in salute. Sul fronte della quantità le previsioni promettono una produzione in linea con la media degli ultimi anni. Si parla di circa 2,2 milioni di ettolitri.
Partite con le uve da spumanti Pinot e Chardonnay, ad agosto toccherà alle varietà Ciliegiolo, Merlot e Vermentino, per proseguire a settembre e ottobre con Sangiovese e Cabernet Sauvignon. Sarà la prova del nove per l’intera produzione vinicola toscana. Un passaggio delicato per Chianti Classico e Brunello di Montalcino.
Cruciali le prossime settimane
“Il momento più critico di questa stagione sono state le temperature bollenti di fine giugno ed inizio luglio: una settimana in più a quelle temperature avrebbe compromesso un anno di lavoro e la prossima annata. In questa fase temiamo le grandinate che, come successo nel Chianti e nell’area della Vernaccia, possono essere devastanti nell’immediato, portando ad un azzeramento del raccolto e per le prossime annate visto che servono anni alle viti per riprendersi dopo un evento di questo tipo. Non prevediamo una vendemmia anticipata come si era ipotizzato alcune settimane fa. Cruciali saranno le prossime settimane per definire esattamente qualità e quantità di questa vendemmia nella nostra regione” spiega Letizia Cesani, Presidente di Coldiretti Toscana.

Le uve, come detto, si presentano “sanissime e di grande qualità: elementi che ci portano a pensare che saranno in grado di darci dei vini che potranno invecchiare a lungo. Le escursioni termiche di queste ultime settimane garantiranno alla prossima annata dei buoni profumi ed una buona struttura” aggiunge Cesani.
I dazi incombono sulla vendemmia
L’inizio della vendemmia cade in un momento delicato tra i dazi Usa e la demonizzazione del prodotto. Il vino è un settore fondamentale per il Made in Tuscany con 16 mila aziende, 60 mila ettari coltivati a vite di cui il 32% con metodo biologico; 58 le indicazioni geografiche riconosciute, di cui 52 DOP (11 DOCG e 41 DOC) e 6 IGT. Una realtà che genera un valore alla produzione di poco meno di 1,2 miliardi di euro ed altrettanti di esportazioni con il 74% delle bottiglie vendute nei paesi extra Ue.
“La qualità sarà ancora di più la chiave su cui puntare per consolidare la presenza dei nostri vini sui mercati internazionali e intercettarne di nuovi anche alla luce dei recenti scenari nazionali dove i dazi sulle importazioni negli Stati Uniti rischiano di avere un impatto molto negativo sul nostro agroalimentare. L’auspicio è che il vino, il prodotto più esportato negli Stati Uniti, sia escluso o che, in alternativa, sia beneficiario di misure di compensazione o aiuti per trovare nuovi sbocchi commerciali” conclude la presidente di Coldiretti Toscana.