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Strage di Viareggio, i familiari delle vittime: condannati i manager, sentenza storica

La Cassazione ha riconosciuto le responsabilità civili e penali dei 13 imputati rimasti, tra cui anche gli ex amministratori delegati Moretti e Soprano, e rimandato però quasi tutti in appello per il ricalcolo delle pene considerando le attenuanti

Lo striscione dei familiari delle vittime della strage di Viareggio

Il processo per la strage di Viareggio del 29 giugno 2009 non è finito, ma la sentenza di ieri della Cassazione mette un punto fermo sulla vicenda processuale che per i familiari delle 32 vittime è un risultato storico: sono state accertate e confermate le responsabilità civili e penali dei 13 imputati condannati in appello, sia italiani che tedeschi.

Le responsabilità civili e penali della strage confermate

Si tratta dei proprietari del carro cisterna che deragliò quella notte, dei titolari e del personale delle ditte che avevano revisionato l’assile che si spezzò, ma anche dei manager delle aziende statali del trasporto ferroviario e “in Italia questo è un fatto davvero unico”, ha detto l’avvocato Gabriele Dalle Luche, parte civile coi familiari delle vittime, in una conferenza stampa di commento della sentenza che si è tenuta questa mattina a Viareggio.

Due giorni fa infatti la sentenza della Cassazione ha rimandato a un terzo processo di appello a Firenze 12 imputati su 13 ma solo per il ricalcolo delle attenuanti generiche: tra di loro anche Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Fs e Rfi, che con un ricalcolo della pena eviterà così il carcere.
Si è invece costituito Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia per cui la Cassazione ha confermato la pena a 4 anni e 2 mesi: ieri ha varcato l’ingresso del carcere di Rebibbia a Roma.

“Per Viareggio è una sentenza storica – ha continuato Dalle Luche – importante per ciò che è stato ottenuto e per il lavoro fatto a suo tempo dalla procura di Lucca. Un concetto che vorrei ribadire è che anche coloro che hanno avuto certe imputazioni andate in prescrizioni restano comunque colpevoli per le loro responsabilità commesse”. Nel corso degli anni di questa lunga odissea processuale infatti sono caduti in prescrizione molti reati contestati agli imputati, come l’incendio, le lesioni e l’omicidio colposo.

Marco Piagentini: “Chi è colpevole paghi, il mio dolore resterà per sempre”

“Chi è colpevole e responsabile deve pagare, vediamo se sono coerenti. Le condanne accertano le responsabilità e nelle condotte dei manager di stato nel sistema ferrovie ad oggi poco è cambiato” ha commentato il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime “Il Mondo che vorrei”, Marco Piagentini, che nel disastro perse la moglie e due figli piccoli e rimase gravemente ustionato insieme a un altro figlio.

“Tutta la nostra battaglia in questi anni – ha aggiunto Piagentini – è partita dalle persone care che abbiamo perso. La battaglia è arrivata dal dolore, un dolore che mi porterò per sempre dentro. Approfitto di questa occasione per fare un ricordo di mia moglie Stefania, che aveva 40 anni, dei miei figli Luca, 4 anni, e Lorenzo di 2. Io e Leonardo, l’altro figlio, rimanemmo gravemente ustionati. Per quello che ho sofferto io nei sei mesi di ospedale non avrei sopportato un dolore simile per mia moglie e i miei figli, quindi ho preferito che sia finita così per le condizioni in cui versavano”. 

Piagentini ha ringraziato poi “le associazioni di volontariato che quella notte hanno lavorato, i vigili del fuoco e medici e tutto il personale sanitario, i nostri avvocati, i giornalisti che ci sono stati vicino, la città di Viareggio che non ci ha mai abbandonato, le forze dell’ordine, la Regione Toscana, la Provincia di Lucca, le associazioni che sono state a nostro fianco, le Tartarughe Lente che curano la Casina dei Ricordi, i ferrovieri, Assemblea 29 giugno”. 

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