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Vino, per Frescobaldi è necessario sfoltire le denominazioni

L’intervento all’apertura dell’anno accademico dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino: per il presidente dell’Uiv va ridotto il numero con accorpamenti per dare più spinta al mercato italiano

La prolusione di Lamberto Frescobaldi all’Accademia della vite e del vino

Il mondo del vino è chiamato a fronteggiare un cambiamento epocale di gusti e mentalità. Individuando nuovi mercati su cui sbarcare e wine lovers a cui farsi conoscere. Per una strategia vincente dovrà radunare le energie, oggi disperse in un mare magnum di denominazioni. Circa 400 quelle attive in Italia tra Doc e Docg: appena sette però quelle in grado di poter competere con grandi numeri sui mercati.

Certo il mercato del vino viene da mesi difficili: di pochi giorni fa la notizia che per colpa di una malattia della vite l’ultima vendemmia è stata la più leggera degli ultimi 76 anni: 38,3 milioni di ettolitri, con un calo del 23,2% sui volumi 2022. Male anche l’export:  non supererà i 7,8 miliardi di euro –0,8 per cento. In calo l’export per i rossi, rispettivamente dell’8 e 6 per cento per Dop e Igp: -12,5 per cento i toscani.

Per questo Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione italiana vini auspica un ridimensionamento delle denominazioni. Con criterio, logicamente, ma Doc e Docg vanno accorpate per rendere così il mercato del vino più competitivo. Questa è la dichiarazione rilasciata dall’imprenditore in occasione del 75esimo anno dell’Accademia della vite e del vino che si è svolto a Firenze.

Vino, i quattro pilastri dello sviluppo

A Frescobaldi, accademico oltre che imprenditore, era affidata la prolusione sulla “Situazione attuale e prospettive per il settore vitivinicolo nazionale”. “Lo sviluppo del vino italiano– ha detto Frescobaldideve reggersi su quattro fondamenta: razionalizzazione, investimenti, conoscenza dei mercati, promozione. In primo luogo, è necessario sfoltire il panorama delle denominazioni con politiche ragionate, attraverso accorpamenti o anche, laddove i numeri siano davvero scarsi, a cancellazioni”.

Una riorganizzazione delle denominazioni

La notazione del presidente di Uiv si commenta da sola: “Oggi su circa 400 tra Doc e Docg attive, solo 7 hanno imbottigliamenti sopra i 500mila ettolitri e rappresentano oltre la metà del volume totale. Il sistema Dop-Igp nel complesso mostra tassi di volume imbottigliato insoddisfacenti rispetto al rivendicato di partenza”.

Per Frescobaldi “una riorganizzazione darebbe al settore la possibilità di convogliare energie e risorse nella ricerca e nella promozione, perché i tempi per il settore vino stanno cambiando a una velocità insostenibile”.

Le nuove prospettive del mercato italiano

Sul fronte del mercato, ha poi proseguito il presidente di Uiv, “l’estero è stata la chiave di sviluppo di questi 2 decenni, trainato dalla progressiva sostituzione della vendita di sfuso per conto terzi con l’export di confezionato in Italia. Un esempio tra tutti, la Francia, nostro diretto competitor, dove siamo passati da essere anonimi produttori di sfuso a produttori di vini di medio-alto profilo, con un balzo a valore del 120% a fronte di una riduzione fisiologica dei volumi del 70% negli ultimi 20 anni”.

Ora però sui mercati – ha concluso Frescobaldiserve un’ulteriore spinta: è necessario arricchire una ancor troppo esigua concentrazione di piazze di sbocco, con 5 Paesi (Usa, Germania, UK, Canada e Francia) che assieme sommano il 62% dell’export italiano. Non solo dobbiamo saper leggere e intercettare i cambiamenti demografici che detteranno l’evoluzione dei consumi. Negli Usa, per esempio, è in atto un veloce cambiamento etnico in favore dei non-White che necessita uno sforzo di riposizionamento straordinario per il vino made in Italy”.

Il ruolo dell’Accademia della vite e del vino

L’Accademia Italiana della Vite e del Vino: il più importante sodalizio italiano dedicato alla vitivinicoltura, con al suo attivo circa 600 accademici tra studiosi, imprenditori e divulgatori del settore è pronta a dare il suo contributo per aiutare il mondo del vino ad affrontare e a superare le sfide che si trova di fronte.

L’apertura dell’anno accademico è sempre un momento molto importante -ha detto il presidente dell’Accademia Rosario Di Lorenzo-. E quest’anno ha un rilievo particolare per la prolusione affidata a Lamberto Frescobaldi, un grande imprenditore che guarda le sfide che il mondo del vino è chiamato ad affrontare e superare da un osservatorio privilegiato qual è quello di presidente di Unione Italiana Vini. Ne sono venuti fuori spunti di riflessione che l’Accademia utilizzerà per programmare le proprie attività e dare risposte nel 2024 e negli anni futuri”.

Le sfide complesse per il mondo dell’enologia

Per il presidente dell’Accademia, Di Lorenzo, è come oggi “il comparto sia al centro di sfide complesse che interessano il mondo della produzione e che hanno come temi quelli della sostenibilità, dei cambiamenti climatici e dei vitigni resistenti. Ma ci sono anche da affrontare problemi di comunicazione oltre a quelli che incidono sul mercato del vino. Ad iniziare dall’approccio con il modo di bere dei giovani e dal cambiamento del gusto che è in atto a livello globale con la preferenza per i vini dealcolati. Sono aspetti che ci pongono di fronte a problematiche importanti che il comparto vitivinicolo deve saper affrontare e superare”.

Nel rimarcare “gli spunti significativi emersi in questa mattinata», il presidente in conclusione ha ricordato quindi “l’impegno dell’Accademia a svolgere il proprio ruolo per dare un contributo alla risoluzione di questioni che coinvolgono tutta la filiera”.

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