Ambiente/

A Pistoia tarlo asiatico debellato con i cani da fiuto

Oltre 15mila le piante abbattute nel 2017 e danni per oltre un milione di euro: dopo 4 anni il focolaio è stato eradicato. La soddisfazione dell’assessora Saccardi per il risultato ottenuto

Uno sniffer dog fiuta un tarlo asiatico in una pianta

Ha distrutto 15mila piante nei vivai del Pistoiese con danni stimati per un milione di euro. Per sconfiggere il tarlo asiatico ci sono voluti quattro anni e un lavoro di squadra. Il territorio pistoiese ha cancellato ogni segno del passaggio di uno degli insetti alieni più dannosi per le piante.

Il focolaio dell’Anoplophora chinensis, questo il nome scientifico tarlo asiatico, è stato eradicato grazie all’operato del Servizio fitosanitario regionale, con il sostegno scientifico del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi della economia agraria) sostenuto anche dai vivaisti. Alla conferenza stampa era il presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani Luca Magazzini.

Fondamentale, per vincere questa battaglia, gli “Sniffer dog”, cani da fiuto debitamente addestrati per il rilevamento di larve di Anoplophora chinensis all’interno delle piante ospiti.

La conferenza stampa per presentare i risultati della campagna contro il tarlo asiatico

L’eradicazione di questo pericoloso insetto è sicuramente un evento di grande soddisfazione raggiunto con un enorme impegno e coinvolgimento della Regione Toscana, in particolare del Servizio Fitosanitario Regionale, di Crea, del distretto vivaistico ornamentale pistoiese e delle associazioni dei vivaisti pistoiesi oltre che della popolazione locale – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi La battaglia non finisce qua. Abbiamo al momento messo al sicuro il distretto vivaistico ma l’attenzione rimane alta e il lavoro di controllo costante e intenso”.

Il successo, il primo di questa portata registrato in Italia, è stato convalidato anche dagli ispettori della Commissione europea che a gennaio, dopo aver visitato il territorio colpito, hanno comunicato l’approvazione delle procedure attivate e confermato di fatto la validità delle azioni intraprese dal Servizio Fitosanitario regionale. Una enorme soddisfazione, come ha sottolineato la Saccardi, perché “certifical’impegno messo in questa battaglia.

Il tarlo asiatico

L’Unione Europea lo ha inserito nella top 20 degli organismi fitosanitari più pericolosi. Il tarlo asiatico buca la corteccia degli alberi sani e vi depone le uova (di solito una settantina) da cui si sviluppano larve lunghe sino a 5 centimetri che scavano vere e proprie gallerie dentro tronchi, rami e radici, divorando le piante dall’interno.

Da maggio a ottobre le larve si trasformano e prendono a volare di pianta in pianta andando a infestare altri alberi sani. Proprio per questa sua pericolosità, la normativa europea prevede che, in caso di rinvenimento di un focolaio, debbano essere distrutte tutte le piante infette e le altre presenti entro 100 metri.

La sua presenza è temuta nei comprensori vivaistici, dove può provocare danni ingenti. A Pistoia sono state oltre 15mila le piante distrutte nel pistoiese dal 2017. Si trattava di aceri, ma anche di carpini, platani, rose e lauroceraso. Le piante erano presenti in 10 vivai e in 40 giardini.

Ingenti i danni, che la Regione Toscana ha indennizzato con uno stanziamento di quasi un milione di euro, mentre parte delle piante rimosse nei giardini privati sono state sostituite a titolo gratuito dalle associazioni dei vivaisti pistoiesi.

Per difendersi da eventuali nuovi attacchi oggi sono presenti trappole per la cattura del tarlo asiatico nei porti di Livorno e Marina di Carrara e nell’interporto di Prato al fine di bloccare all’ingresso in Italia questi pericolosi organismi.

Come venne individuato il tarlo asiatico

L’insetto fu rinvenuto nell’ottobre del 2017, durante le ordinarie attività di controllo presso uno dei 930 vivai presenti nel territorio pistoiese, distante appena cinque chilometri dal centro di Pistoia.

Immediatamente dopo la conferma ufficiale, Il Servizio Fitosanitario Regionale ha adottato all’interno dell’area delimitata e nella adiacente area di sorveglianza, tutte le misure fitosanitarie necessarie alla sua totale eliminazione.

Il primo passo è stata la distruzione delle piante infette e di quelle presenti nei cento metri da queste ed il blocco della movimentazione di tutte le piante sensibili a carico di ben 127 vivai presenti nella zona circostante il focolaio, dell’estensione di quasi 500 ettari.

Successivamente è iniziata una fase di “monitoraggio”. A partire dal 2018 fino al 2021, su un’area di 1.200 ettari, gli ispettori fitosanitari hanno effettuato un controllo intensivo delle piante sensibili, affiancando alle ispezioni visive, trappole con feromoni per la cattura degli insetti adulti e cani appositamente addestrati per il rilevamento di larve di Anoplophora chinensis all’interno delle piante ospiti. Fortunatamente non è stato rinvenuto nessun altro insetto.

Gli “Sniffer dogs”

Tra Austria, Germania e Svizzera, ci sono circa un centinaio di cani che hanno ottenuto la certificazione per riconoscere l’Anoplophora. Il loro servizio è molto richiesto in Svizzera, Germania, Francia e appunto Italia. Oltre che a Pistoia, hanno lavorato in Piemonte, dove sono stati scoperti due nuovi focolai di tarlo asiatico.

 

I più popolari su intoscana