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Viticoltura, nuove strategie per la sfida del cambiamento climatico

L’Accademia Italiana della Vite e del Vino punta sull’alta formazione e su una sempre maggiore partecipazione dei giovani

Vendemmia - © HQuality/Shutterstock

La viticoltura italiana è destinata a perdere qualità e mercati se non mette a punto nuove strategie per crescere e affermarsi a livello internazionale. Fondamentale sarà individuare gli strumenti per fronteggiare e gestire al meglio il cambiamento climatico.

E’ il messaggio lanciato dal presidente dell’Oiv, l’Organizzazione internazionale della vigna e del vino, Luigi Moio all’inaugurazione del 74esimo anno accademico per l’Accademia Italiana della Vite e del Vino.

Un primo aspetto da considerare è il cambiamento climatico – ha spiegato Luigi Moiosul quale abbiamo un vantaggio naturale perchè i nostri vitigni storici sono quasi tutti tardivi, ossia caratterizzati da un ciclo vegetativo lungo, per cui non soffrono molto per un eventuale aumento della temperatura media annuale; alcuni di loro potrebbero addirittura avere dei vantaggi con un miglioramento del potenziale enologico“.

Un altro aspetto, secondo Moio “è la crescita della sensibilità ambientale nella società”, che impone scelte non più rinviabili lungo tutta la filiera vitivinicola, dall’uva alla bottiglia. Occorre poi dare più forza all’enoturismo.

Rosario Di Lorenzo, presidente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino

L’Accademia Italiana della Vite e del Vino

L’Accademia Italiana della Vite e del Vino è stata fondata il 30 luglio 1949 a Siena proprio con lo scopo di promuovere studi, ricerche e discussioni sui maggiori problemi concernenti la vite ed il vino, compreso l’insegnamento. L’inaugurazione del 74esimo anno accademico è avvenuto sotto la presidenza del professor Rosario Di Lorenzo subentrato al professor Antonio Calò alla guida per 20 anni.

L’impegno della Regione Toscana

Simbolica la sede, l’auditorium di Sant’Apollonia, grazie alla volontà della Regione Toscana e in particolare della Vicepresidente Stefania Saccardi che ha sostenuto questo evento con l’obiettivo di riportare in Toscana la centralità di questa Istituzione nata proprio a Siena.

Siamo felice che l’Accademia sia in Toscana e che la storia e le competenze di cui è custode sono oggi particolarmente preziose per la Regione e per il Paese nel momento dei cambiamenti climatici e della presenza di problematiche fitosanitarie che possono mettere a rischio il patrimonio vitivinicolo – così la Vicepresidente della Regione Toscana, Stefania SaccardiCome Regione siamo felici di collaborare con l’Accademia che riteniamo una eccellenza e un valore nel settore più importante per la nostra agricoltura”.

Il consiglio dell’Accademia della Vite e del Vino

Alta formazione e partecipazione dei giovani

Diversi gli obiettivi del nuovo corso dell’Accademia, come ha fatto sapere il presidente Rosario Di Lorenzo, tra i quali “incentivare il coinvolgimento e la partecipazione di giovani alla vita accademica e promuovere e sostenere attività di alta formazione”.

In sostanza Di Lorenzo ha sottolineato la necessità di “una visione più moderna dell’Accademia che sappia trasformare il modello attuale verso una forma organizzativa e operativa sempre più presente e diffusa sul territorio”.

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