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Dante Rock: va in finale per la Toscana Golconda con “Caronte”

La sfida che vede in gara musicisti provenienti da tutta Italia è quella di celebrare il Sommo Poeta attualizzando con la musica le sue parole e i suoi messaggi, al fine di avvicinare i giovani ai suoi capolavori

Manca poco alla finale di Dante Rock il premio nazionale organizzato da Arezzo Wave in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri.

La sfida che vede in gara musicisti provenienti da tutta Italia è quella di celebrare il Sommo Poeta attualizzando con la musica le sue parole e i suoi messaggi, al fine di avvicinare i giovani ai suoi capolavori.

Il vincitore toscano di “Dante Rock” che vola in finale è il cantautore Francesco Turco in arte Golconda che, con il brano “Caronte”, un testo intenso e ironico, racconta il duro lavoro del traghettatore di anime in chiave rap.

Il giovane artista fiorentino, psicoterapeuta di professione e cantante per passione (o viceversa) ha avuto la meglio sul gruppo aretino Bubh Glass che ha portato “Dica Dante”  e su Serena Matù di Grosseto con “Comedìa Folk”, secondi a parimerito.

Per quanto riguarda invece la sezione nazionale di Dante Rock sono stati annunciati i tre finalisti: Garbino duo che arriva  dalle Marche, Golconda e Licia Svein cantautrice sarda che si esibisce con la sua band.

Il vincitore nazionale sarà annunciato a breve, e il 18 dicembre prossimo si esibirà dal vivo ad Arezzo durante la serata dedicata al concorso Dante Rock, che chiuderà il programma di  Sudwave Festival & Convention organizzato dalla Fondazione Arezzo Wave.

Ecco la nostra intervista a Golconda

Ciao Francesco! I primi pezzi che hai pubblicato (Il mondo di Ambra e Non è una canzone) mi sembravano molto più cantautoriali invece in Caronte viene fuori la tua vena rap

In realtà ho sempre avuto in realtà un’anima rap, perchè ho iniziato proprio facendo rap. Fin da subito ho cercato di miscelare le mie due anime perchè comunque sono un amante del cantautorato più classico, come De Andrè, Gaber, Guccini però parallelamente da ragazzino mi ero preso bene col rap, poi ho messo insieme le due cose. Forse senti un cambiamento rispetto ai primi due pezzi anche perchè ho trovato un produttore a cui affidare i miei pezzi d’ora in poi che è Lorenzo Pellegrini degli Handlogic. Con lui mi trovo bene e stiamo già lavorando ad altri brani.

Cosa ti ha spinto a partecipare al concorso Dante Rock?

Conoscevo Arezzo Wave perchè è una realtà nota non solo in Toscana. Dante Rock è una novità di quest’anno in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante e io avevo già iniziato a scrivere un pezzo su Caronte, quindi questa è stata l’occasione per presentare il pezzo. La figura di Caronte mi ha affascinato da sempre.

Tu parti dal traghettatore di anime dantesco per poi passare a parlare di tutt’altro, parli della “banalità del male”. Chi è il Caronte della tua canzone?

Caronte si è prestato per offrire un punto di vista particolare sull’umanità. Lui accoglie le anime dei trapassati quindi ha una visione molto cinica, non si fa comprare dalla politica. Lui vive nel regno dei morti, porta le anime in pena ma ne ha una visione abbastanza negativa, questi umani sono tutti un po’ simili.

Il tuo rapporto con Dante qual’é? Tante persone che ho intervistato quest’anno mi hanno raccontato che quando lo studiavano a scuola lo odiavano ma poi l’hanno amato molto da adulti

Oddio, “odiato” non si può dire. Quando lo studiavo mi piaceva, dicevo: bravo questo Dante! Scherzo, però capivo che c’era qualcosa di molto interessante, comunque è un’età in cui uno fatica a cogliere tante cose. Adesso ho più piacere ad approfondire tante cose. Poi ovviamente si deve anche insegnarlo bene, farlo imparare a memoria come se fosse solo un dovere non serve a nulla.

Qual è la terzina o la frase della Divina Commedia che ti viene subito in mente?

“Sono qui per portare anche voi nelle tenebre eterne, nel fuoco e nel gelo” le parole di Caronte che io ho usato nella mia canzone.

Dante Rock
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