Enogastronomia /Lo chef

Addio a Fabio Picchi, il mattatore della cucina toscana

Cuoco e fondatore del Cibrèo, scrittore e personaggio tv ha segnato gli ultimi 40 anni della scena culinaria italiana

Fabio Picchi, cuoco e patron del Cibrèo e di tanti altri iconici locali a Firenze, se ne è andato a 67 anni. Era malato da qualche tempo ma la morte è giunta improvvisa venerdì 25, lasciando la città attonita e gli amici affranti.

Picchi era un personaggio a tutto tondo: cuoco, scrittore, volto tv, animatore di iniziative culturali, maestro con l’accademia di Cibrèo – Cibrèo Academy. Era soprattutto un infaticabile cacciatore di materie prime eccellenti e produttori di prima qualità.

Fabio Picchi

Una ricerca assidua, senza sosta che poi finiva nel piatto dei suoi locali: il Cibréo con oltre 40 anni di storia alle spalle, il Cibreino, il Caffè Cibrèo. Al Teatro del Sale insieme alla moglie e attrice Maria Cassi questa continua scoperta di sapori e saperi incontrava il mondo della cultura e dello spettacolo.

Dal Cibrèo al C.Bio

La sua ultima creatura era il C.Bio – Cibo Buono Italiano e Onesto, una grande bottega gourmet e aveva aperto un paio di attività al mercato di Sant’Ambrogio. Un anno fa c’era stato il passaggio del testimone con il figlio Giulio; a lui aveva affidato il Cibrèo e gli altri locali (a cui si erano aggiunte il caffè e il ristorante all’interno dell’Helvetia&Bristol), scegliendo di dedicarsi solo al C.Bio.

A Sant’Ambrogio Fabio Picchi non era solo una presenza assidua e costante. Incarnava lo spirito stesso, l’anima del quartiere e idealmente di tutta la città. Amato da molti, ma non da tutti come spesso avviene a personaggi dal carattere forte. In tanti ne ricordano lo slancio e il sostegno a iniziative benefiche e a progetti culturali.

Fabio Picchi e l’arte della cucina

Un custode della sapienza gastronomica fiorentina e delle tradizioni. Al tempo stesso un uomo al passo con i tempi, attento alle contaminazioni culturali nella convinzione che portassero a un arricchimento per tutta la comunità.

Un mattatore si potrebbe definire il Picchi, prendendo a prestito il termine che in teatro indica una figura carismatica. Fabio Picchi era il numero uno che si parlasse di uovo affrittellato o delle ultime tendenze della cucina etnica.

Così si spiega la scelta di aprire alcuni anni fa il Ciblèo, una trattoria tosco-orientale dove aveva modo di raccontare in tavola i suoi viaggi, le suggestioni di tanti libri letti e di incontri con personaggi dell’arte e della cultura.

Il botta e risposta con Massimo D’Alema

Fabio Picchi viene ricordato da molti per il famoso risotto di Massimo D’Alema al programma di Bruno Vespa “Porta a Porta“. Il cuoco fiorentino, con la schiettezza tipica del fiorentino, commentò: “guarda come si può rovinare un risotto…“.

E D’Alema alla prima occasione, una cena al Cibrèo con l’ex sindaco Leonardo Domenici e il patron di Unicoop Firenze Turiddu Camparini lo riprese. “Tutto buono – commentò a fine cena – ma ti vorrei dare un consiglio: sottrai un po’ di gusti alla tua cucina altrimenti rischi che il tuo ristorante diventi etnico“. Fu Campaini a tenere testa a D’Alema con una battuta arguta: “Ma noi toscani siamo etnici…”.

Le presenze in radio e in tv

Quando Stanley Tucci era passato da Firenze per girare il suo docufilm “Searching for Italy” aveva fatto tappa dal Picchi. Il cuoco fiorentino era spesso presente sul piccolo schermo, ad esempio da Geo su Rai Tre.

La trasmissione di Geo lo saluta come un grande esponente della cultura gastronomica italiana: “per tanti anni ha arricchito il nostro programma con i suoi piatti, i suoi racconti, il suo amore per la vita, la luce della sua intelligenza e del suo grande cuore“. Lunedì 28 sarà trasmesso il documentario a lui dedicato “Dall’Elba a Firenze con Fabio Picchi” realizzato da Gioacchino Castiglione.

Picchi si era raccontato in più occasioni: ad esempio nel libro dvd “Soffriggo per te” edito da Rai Eri. Il titolo era stato poi ripreso per un programma radiofonico “Soffriggo per te, pensieri e parole in fricassea” insieme a Raffaele Palumbo in onda su Controradio. Sul suo canale YouTube aveva pubblicato “Il vocabolario in cucina di Fabio Picchi” e tanti altri video dedicati alle iniziative portate avanti soprattutto al Teatro del Sale.

I libri per raccontare la cucina

Fabio Picchi è stato un appassionato divulgatore e ha scritto numerosi libri. L’ultima fatica del 2016 “Papale papale: ricette che salvano l’anima” ma aveva dato alle stampe anche “Passeggiate tra cibo e laica civiltà. Guida al cuore di Firenze“, “Ho fame di te e di paradiso. Appunti di cucina e intingoli per la voglia di cucinare bene e affrontare i prossimi 1000 anni”, “Senza vizi e senza sprechi“, “I dieci comandamenti per non fare peccato in cucina” e “Il segreto della mezzaluna. Con il ricettario delle sette stelle”.

Le sue pubblicazioni hanno sempre goduto di una vasta eco anche all’estero, perfino in Oriente.

Il ricordo commosso della città

Commosso il ricordo del cuoco fiorentino. “Con lui se ne va un pezzo di Firenze e di Toscana che si è fatta conoscere e apprezzare nel mondo per la sua creatività e genialità” ricorda il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani definendolo “un ambasciatore del gusto e dei sapori della nostra regione, capace di esaltare la semplicità e genuinità della nostra cucina e farne un veicolo di cultura“.

Arte, convivialità e piacere della tavola erano i tratti distintivi del Picchi. La vicepresidente Stefania Saccardi ne sottolinea l’impegno costante “per la cucina di qualità, per il cibo biologico, per la toscanità e per la filiera corta che deve rappresentare per noi il suo generoso lascito“. E ricorda l’ultimo scritto per il calendario del Pink October 2021 dove parlava de “la responsabilità amorosa di un buon nutrimento“.

Il suo estro, la sua passione per la vita e per il suo lavoro, la sensibilità verso i temi dell’ambiente, dell’inclusione sociale facevano di Fabio una persona vera, animata dal desiderio di partecipare alla comunità fiorentina” sottolinea il sindaco Dario Nardella ricordandone la passione per il cibo e l’attenzione alla sostenibilità.

L’ultimo saluto al cuoco fiorentino

Sabato 26 febbraio il C.bio e il Caffè Cibreo sono rimasti aperti, quasi a dare un tacito segnale che lo show deve andare avanti. Domenica 27 febbraio, dalle 15 alle 18 l’ultimo saluto a Fabio Picchi presso le Cappelle del Commiato dell’Ofisa in viale Milton 89/91.

 

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