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Il panno del Casentino è salvo: ritirata la procedura di licenziamento collettivo

Si chiude con un brindisi finale la vicenda della Manifattura del Casentino: ad acquisire l’immobile un’azienda cliente di Montemurlo che così ha salvato tutti i dipendenti dalla procedura di licenziamento: “Ora guardiamo al futuro”

Panno del Casentino - © Museo della Lana

Quando entrano gli operai, a fine riunione, gli occhi si fanno lucidi. Hanno atteso ore, giù a lavorare il ‘panno‘ che si fa solo qui, unico posto al mondo: la vertenza per il panno del Casentino è chiusa: ora si può guardare al futuro. . Si è conclusa con un brindisi finale e qualche lacrima di gioia la vicenda della Manifattura del Casentino, storica azienda del “panno casentino”, tessuto noto per la particolare colorazione arancione usato per confezionare in particolare cappotti.

Il tavolo di crisi convocato a Soci (Bibbiena) nella Manifattura del Casentino da Valerio Fabiani, consigliere di Eugenio Giani per lavoro e crisi aziendali si è è tenuto questa mattina, 26 ottobre: alla presenza degli acquirenti dell’immobile, Maurizio e Luca Bellandi, proprietari di un’azienda cliente di Montemurlo (Prato), i liquidatori hanno confermato l’acquisto dell’immobile e il curatore ha annunciato al tavolo il ritiro della procedura del licenziamento collettivo.

È il segnale che attendeva la Regione, che ha messo al lavoro le strutture di Arti e l’unità di crisi per sbloccare una situazione che durava dal 2018.  Fabiani ringrazia tutti: “Perché in poche settimane si è  risolto una situazione che durava da anni. Si apre una fase nuova: abbiamo conseguito l’obiettivo di dare un casa al panno del Casentino, salvaguardato la totale occupazione e ottenuto il ritiro della procedura di licenziamento. Siamo pronti fin da domani a guardare al futuro mettendo in campo tutti gli strumenti della Regione in un protocollo d’intesa per lo sviluppo dell’azienda, dell’indotto e del territorio“.

Dalla Cgil la proposta di un’iniziativa per creare una filiera del panno che raccolga tradizione centenaria e difesa dei posti di lavoro dentro una logica di sostenibilità: “Vogliamo rendere sostenibile la produzione con servizi accentrati; pensiamo ad una rete d’impresa che raccolga tutte le aziende che entrano in questa  produzione e a una comunità energetica a tutela di lavoro e produzione” ha spiegato  Alessandro Tracchi, segretario generale provinciale della Cgil di Arezzo.

I neo proprietari Bellandi, a fine mattina hanno poi offerto da bere a tutti, operai compresi, per guardare al futuro da una tradizione vecchia di secoli.

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