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Simone Cristicchi e Dante: “il primo libro che ho rubato da piccolo era la Divina Commedia”

Intervista al cantautore che dal 23 al 28 luglio a San Miniato porterà in scena il racconto di un viaggio interiore dall’oscurità alla luce, ispirato al Paradiso dantesco

Simone Cristicchi e Dante Alighieri

In occasione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri il cantautore Simone Cristicchi si è confrontato con il Sommo Poeta in “Paradiso. Dalle tenebre alla luce” lo spettacolo clou della 75/a edizione della Festa del Teatro organizzata dalla Fondazione Istituto Dramma popolare di San Miniato.

Cristicchi sarà in scena accompagnato dai 22 elementi dell’Orchestra sinfonica Oida di Arezzo nella cornice di piazza Duomo nella città della Rocca dal 23 al 28 luglio. Lo spettacolo poi girerà per l’Italia in varie tappe (Chiusi della Verna, Forlì, Faenza, Follonica, Pistoia, Pietrasanta) fino al 5 agosto.

A partire dal Paradiso dantesco Cristicchi che dal 2017 è direttore del Teatro Stabile d’Abruzzo interpreterà il racconto di un viaggio interiore dall’oscurità alla luce, attraverso le voci potenti dei mistici di ogni tempo. Lo spettacolo è una co-produzione fra Elsinor, la Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato, Accademia Perduta e Arca Azzurra.

Ecco la nostra intervista a Simone Cristicchi

Ciao Simone! Qual è stato il tuo primo approccio con Dante a scuola?

Il mio primo approccio è stato “da ladro”. Avevo già da bambino una grande passione per il libri e non avendo i soldi per potermeli permettere andavo a rubarli in una libreria del mio quartiere. Il primo libro che ho rubato dato che era molto piccolo, era una Divina Commedia tascabile. Questo episodio mi è rimasto impresso perchè il libraio poi mi scoprì e mi chiese: cos’hai in tasca? Io tirai fuori il libricino e lui non mi sgridò, si emozionò e si commosse al punto che mi disse: prendilo te lo regalo.

Per il tuo spettacolo hai scelto di parlare del Paradiso, che è una scelta abbastanza insolita. Di solito si preferisce parlare dell’Inferno che è pieno di episodi coloriti, personaggi affascinanti e anche un po’ di gossip dell’epoca. Come mai hai scelto il Paradiso?

Ho scelto il Paradiso istintivamente perchè mi affascina proprio il concetto di Paradiso, dell’oltre la vita, di cosa può esserci dopo la morte. Diciamo che è un argomento necessario oggi giorno, urgente direi. Dobbiamo parlare di Paradiso, dobbiamo costruirlo il Paradiso su questa terra. A partire da Dante faccio diverse divagazioni sul tema, parlo della ricerca dell’Eden perduto nelle varie culture del mondo, parlo di esperienze particolari che mi sono accadute. Ci sono poi alcune canzoni inedite che ho scritto appositamente per lo spettacolo e non vedo l’ora di eseguirle perchè avrò l’onore di farle con l’Orchestra sinfonica.

Esiste una forza invisibile che è talmente sottile che non possiamo percepirla, però è intrisa in ogni cosa, dal filo d’erba alle stelle, ed è appunto l’amore

Come hai lavorato con l’orchestra?

Stiamo lavorando proprio in questo momento, siamo in fase di arrangiamento dei brani e siamo già a un buon punto, abbiamo quasi finito. Poi faremo le prove tutti insieme sul palco a San Miniato. Ho lavorato con maestro Valter Sivilotti un mio collaboratore storico con cui ho scritto diversi spettacoli musicali, il più conosciuto è Magazzino 18. Mi sono affidato a una persona di grandissimo spessore.

Come mai secondo te ancora oggi si cita Dante, c’è persino chi si tatua frasi della Divina Commedia sul corpo?

Penso che la poesia di Dante sia eterna, è l’unico che è riuscito a resistere al tempo con questa forza. La forza della sua parola poetica è incredibilmente vicina al cielo, alle alte vette. Credo che sia un unicum nella storia dell’umanità.

La tua citazione preferita di Dante?

La frase che mi fa venire i brividi è l’ultima del 33esimo canto del Paradiso “ma già volgea il mio disio e ‘l velle, si come rota ch’igualmente è mossa, l’amor che move il sole e l’altre stelle”.

Mi sono chiesta spesso qual è il significato di questa frase, Dante pensava davvero che l’amore muovesse tutto, fosse al centro di tutto? All you need is love, come dicevano i Beatles insomma

Sì, esatto, è proprio l’energia vitale, l’energia cosmica che anima tutto. È bellissimo questo ultimo verso perchè non pronuncia il nome di Dio, chiude come se ci invitasse. Esiste una forza invisibile che è talmente sottile che non possiamo percepirla, però è intrisa in ogni cosa, dal filo d’erba alle stelle, ed è appunto l’amore. Nella nostra vita quotidiana tutto questo ci può sfuggire, però non dobbiamo dimenticare che tutto si muove grazie a questa grande forza, un amore universale. Studiando le religioni è una frase che combacia perfettamente con le dottrine orientali. L’energia cosmica che individuano come il tutto, mi piace questo sincretismo di Dante.

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