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The State of the Union, Firenze si scopre “capitale della pace”

Iniziati i lavori del vertice annuale all’Istituto Universitario Europeo di Fiesole: la guerra in Ucraina e lo stop al conflitto sono al centro del dibattito

The State of the Union - © European University Institute

The State of the Union al via all’Istituto Universitario Europeo di Fiesole. Al vertice annuale in programma a Firenze fino a sabato 7 maggio sono la guerra in corso tra Russia e Ucraina e le strade percorribili per arrivare alla pace a tenere banco in queste ore. Si prova a immaginare gli scenari futuri e alcuni relatori, con una buona dose di ottimismo e di speranza, provano già a immaginare la ricostruzione post bellica.

Tra gli ospiti della conferenza, dal titolo “A Europe fit for the Next Generation?” (“Un’Europa per le prossime generazioni?”), l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus, il Commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Vincenzo Amendola, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei – © European University Institute

Più integrazione e più protezione sociale

Nella prima giornata si è parlato del ruolo della Ue, anche nell’ottica di arrivare a un possibile “cessate le armi”. L’Europa “si deve adeguare ai tempi, cambiando i trattati, facendo più integrazione, dando più possibilità in termini di protezione sociale, dei lavoratori, delle imprese, di chi costruisce l’economia europea” ha affermato Vincenzo Amendola, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei. “L’Europa deve essere unita per le sfide che abbiamo – ha aggiunto – a partire dalla crescita dell’invasione russa in Ucraina, unita per il rilancio economico dopo la pandemia, per gli effetti economici che abbiamo vissuto negli ultimi anni. Fiesole è capitale di questo pensiero europeo“.

Una strada per arrivare alla pace

La pace è sempre possibile, così come “raggiungere un’intesa diplomatica sulla tragedia” del conflitto in ucraina “è parte della nostra capacità di esseri umani” ha insistito il sottosegretario. “La tragedia della guerra in Europa è di nuovo una sfida senza precedenti” secondo Amendola e “la priorità adesso è lavorare per la pace in Ucraina“, ma anche sostenere azioni a livello europeo per “riforme mirate all’autonomia strategica europea“.

Tutt’altro che secondario il ruolo che Firenze può giocare in questo scacchiere. Ne è sicuro il sindaco Dario Nardella. “Per me Firenze è già capitale della pace, lo dico senza presunzione. E’ la nostra storia che ci consegna questo ruolo e la manifestazione di piazza Santa Croce che ha visto 20mila persone e che è stata al centro di altre 100 manifestazioni in Europa con le bandiere di tutti i partiti, sindacati, organizzazioni credo sia stata una grande prova di pace – ha puntualizzato il primo cittadino di Firenze – L’unico rammarico è che Putin e la Russia sono sordi a questi richiami, ma noi andiamo avanti. Già lavoriamo alla ricostruzione, vogliamo lanciare il più grande gemellaggio internazionale tra città europee e città ucraine“.

Il dramma dei rifugiati e il futuro della Ue

Mentre le diplomazie sono al lavoro per trovare un accordo di pace, il dramma di chi fugge dalla guerra è sotto gli occhi di tutti. “L’aggressione del Cremlino all’Ucraina ha portato a oltre 5 milioni di rifugiati, non sappiamo ancora come finirà il conflitto, non sappiamo ancora dove rimarranno i rifugiati ucraini o se torneranno nel loro paese, ma questi eventi hanno un impatto a livello demografico” a livello europeo “e dobbiamo monitorarli da vicino e dobbiamo anche essere in grado di saper dare una risposta” ha sottolineato la vicepresidente della Commissione europea Dubravka Suica che in giornata ha anche incontrato il sindaco Nardella.

La vicepresidente della Commissione europea Dubravka Suica e il sindaco Dario Nardella – © pagina Twitter Dario Nardella

Io vengo dalla Repubblica Ceca dove adesso arrivano molte persone da Mariupol che hanno addosso solo i loro vestiti e niente altro. Loro si stanno portano addosso tutto il peso e l’orrore della guerra e questo è uno stress test per noi, per la solidarietà e l’unità, dobbiamo aiutare gli ucraini a vincere questa guerra, perché questa è anche la nostra guerra, sfortunatamente” ha ricordato Vera Jourova, vicepresidente della Commissione europea.

La lezione di Sassoli sempre attuale

Il fiorentino David Sassoli è stato più volte ricordato nel corso degli interventi dei relatori. A dimostrazione dell’attualità delle sue parole. “Sottoscrivo quello che disse David Sassoli: la democrazia e lo stato di diritto devono essere protetti e difesi“, ha esordito Jourova nel suo intervento, ricordando che “nell’ultimo decennio abbiamo visto che la democrazia e lo stato di diritto sono sotto degli stress test permanenti. Se guardiano a questa guerra barbara è importante che funzionino” proprio i principi dello “stato di diritto e della democrazia in quanto fanno parte della nostra architettura“. Secondo Jourovasenza democrazia non c’è Ue“.

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