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Caccia al tesoro di Casa Martelli: la storia della famiglia fiorentina diventa un museo interattivo

Parte l’innovativo progetto di ricerca di opere e oggetti appartenuti ai Martelli e perduti nel corso del Novecento. L’obiettivo è di ricreare un percorso virtuale parallelo, di approfondimento e scoperta della storia dell’illustre famiglia fiorentina

I Martelli sono stati una delle più significative dinastie fiorentine, insieme ai Medici dal Quattrocento nella gestione degli affari e della politica.

Con i signori di Firenze aprirono banche, attività commerciali e mercantili, finanziarono artisti, raccolsero opere darte a testimonianza del ruolo e del raggiunto potere. Donatello e gli scultori della sua cerchia, Filippo Lippi, Botticelli, Piero di Cosimo furono fra gli artisti a cui entrambe le famiglie si rivolsero e commissionarono opere in parte ancora conservate.

Al pari dei Medici, nel Seicento i Martelli iniziarono a collezionare dipinti e oggetti destinati a una galleria all’interno del loro palazzo che fu arricchita e ampliata fino alla prima metà dellOttocento, restando una delle prime e più ammirate dal Grand Tour in città.

La vicenda dei Martelli abbraccia secoli di storia fiorentina, di ricchezza, arte e nobiltà. Con la fine della dinastia nel Novecento, per la prematura morte degli eredi maschi e l’isolamento delle tre sorelle sempre più chiuse nel fervore religioso, il portone del palazzo resta chiuso e viene veduto tutto ciò che apparteneva al passato.

Che fine ha fatto il patrimonio “privato” dei Martelli? Dove sono i dipinti, le opere, gli oggetti del palazzo in via della Forca?

L’associazione Amici dei Musei di Palazzo Davanzati e Casa Martelli ha dato il via all’innovativo progetto “Sul filo della storia, oggetti Martelli cercasi”: una vera e propria caccia al tesoro partecipata e internazionale per recuperare le opere d’arte e gli oggetti appartenuti alla famiglia fiorentina.

Cuore del progetto è la piattaforma digitale www.casamartellifirenze.it che ha lo scopo di consentire sia agli addetti ai lavori, sia ad un pubblico interessato e curioso, di partecipare a un’esperienza collettiva.

Il progetto di ricerca degli oggetti e delle opere perdute arriva a circa venti anni dallacquisizione da parte dello Stato del Palazzo e della sua collezione, e a circa dieci anni dallapertura del Museo di Casa Martelli, gioiello artistico in cui rivive l’anima più aristocratica di Firenze, unico nel suo genere perché nato dalla stratificazione creata da una famiglia nobiliare nei secoli.

Museo Casa Martelli, Giardino d’Inverno

Come si partecipa alla ricerca?

Per partecipare basta aderire a una sorta di “caccia al tesoro” dove chiunque abbia notizie, ricordi, immagini e, anche, oggetti potrà collaborare alla ricostruzione virtuale del patrimonio dei Martelli. Le segnalazioni potranno avvenire anche in forma anonima utilizzando la sezione “come aiutarci” della piattaforma digitale con la finalità di ricostruire i fili di una storia tramite i suoi oggetti quotidiani.

Non solo: il patrimonio così faticosamente “ritrovato” diventerà un museo virtuale e interattivo, a integrazione e completamento di quello che Francesca Martelli desiderava lasciare alla città per ricordare nei secoli la storia della sua famiglia, favorendo una conoscenza sempre più approfondita di questa dimora che da sei secoli esiste nel centro storico di Firenze.

Accompagnati da “Marti il Grifo” – questo il nome della mascotte del progetto, si andrà alla ricerca degli oggetti e delle opere disperse; la sua lente da detective ci condurrà nel museo virtuale e interattivo rendendo la ricerca un “gioco” per grandi e piccini.

Sulla piattaforma digitale è già possibile scoprire le tappe della storia – grazie ad una precisa timeline – e i modi per riconoscere il patrimonio Martelli (stemmi, pezzi mancanti, la ricostruzione di come si presentavano le stanze del Palazzo) per rendere più semplice la caccia al tesoro e riconsegnare questi oggetti alla memoria.

Saranno inoltre creati contenuti sui materiali rinvenuti, con studio e ricerca sull’evoluzione dell’aspetto della Casa Museo nei secoli, diffusi anche attraverso canali social dedicati. Sarà quindi possibile ricostruire i passaggi di mano e di proprietà degli oggetti, legandoli alla storia del collezionismo internazionale, e ricostruendo una rete di rapporti in parte conosciuta, in parte inesplorata.

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