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Pegaso d’oro a Stefano Mancuso, Giani: “Da lui una nuova visione della natura”

Massimo riconoscimento della Regione al neuroscienziato docente di arboricoltura generale ed etologia vegetale all’Università di Firenze per il suo impegno nella sensibilizzazione e divulgazione dei temi legati alla transizione ecologica

Mancuso

Il Pegaso d’oro, massimo riconoscimento della Regione Toscana, a Stefano Mancuso, neuroscienziato docente di arboricoltura generale ed etologia vegetale all’Università di Firenze e membro dell’Accademia dei Georgofili. A consegnarlo il presidente della Regione Eugenio Giani nel corso di una cerimonia al Teatro Era di Pontedera in occasione degli Ecodays.

La motivazione, come spiega Giani, sta “nella sua attività accademica ha contribuito ad una nuova visione del mondo vegetale ed ha saputo coinvolgere con sensibilità e passione l’opinione pubblica nel dibattito sui temi dell’ecologia, sostenibilità e interdipendenza fra tutte le forme di vita”. È una figura, continua Giani, “che rappresenta quella Toscana che pensa e che può contare su studiosi di particolare talento che permettono di guardare con speranza all’attenzione sui temi attinenti alla transizione ambientale ed ecologica ed alla sostenibilità del suo sviluppo”.

Secondo Stefano Mancuso, dall’inizio degli anni Novanta del secolo scorso gli scienziati hanno iniziato ad ammettere che le piante hanno non solo capacità “sociali”, ma una forma di intelligenza che fino ad allora non era stata immaginata. “Oggi – afferma  – viviamo in un mondo in cui mentre i potenti del mondo sembrano essersi dimenticati delle questioni ambientali, le persone comuni vedono e sentono perfettamente che il nostro pianeta sta cambiando un giorno dopo l’altro ad una velocità che non si era mai vista prima e sono molto più interessate a questi temi rispetto a 15 anni fa”.

“Sono 18 mesi – aggiunge Mancuso – che ogni mese è il mese più caldo mai registrato. Questo è il risultato dell’opera distruttiva dell’uomo che si può però invertire. Viviamo anche nell’unico luogo del mondo che sta facendo qualcosa da questo punto di vista. L’Unione Europea è l’unica parte del pianeta che negli ultimi anni ha ha ridotto del 36% le proprie emissioni di anidride carbonica e negli ultimi 3 anni ha prodotto meno anidride carbonica di quanto ne produceva negli anni precedenti. Dobbiamo essere orgogliosi di questo. Il fatto che l’Europa sia l’unica unica a farlo dimostra che si può ridurre il livello delle emissioni senza ridurre la ricchezza delle nazioni. Dobbiamo essere un modello, e far capire che anche se questa riduzione dell’anidride carbonica a livello globale è quasi ininfluente, a livello di esempio è fondamentale”.

 

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