Una nuova sede per due. Consorzio Vino Toscana e per Laudemio srl Consortile, si ritrovano sotto lo stesso tetto: due realtà di prestigio nel panorama agroalimentare del Granducato condividono, i locali di via Michelangelo a Barberino Tavarnelle.
L’intento è di creare un punto d’incontro fisico e stabile per i produttori. La condivisione della nuova sede rappresenta una comunione d’intenti ed esprime la volontà di promuovere sotto diversi profili il territorio ed il paesaggio rurale toscano.
Gli obiettivi del progetto Laudemio
Il progetto Laudemio, che ha visto la luce a metà anni Ottanta grazie alla lungimiranza di Vittorio Frescobaldi riunisce una compagine di “agricoltori custodi” di alcuni fra i più nobili cru olivicoli della regione. Un’eccellenza produttiva che ha precorso i tempi e le leggi.
“Ancora oggi, dopo quasi quarant’anni il progetto “Laudemio” che ha visto riuniti intorno a sé produttori di grande valore e tradizione, continua ad essere attraente e ancora più significativo perché rappresenta un prodotto identitario – ha affermato la Presidente di Laudemio srl Consortile Diana Frescobaldi-. Nei decenni siamo riusciti ad aumentare la sua notorietà anche a livello internazionale grazie a ciò che rappresenta: un concentrato di storia delle aziende che lo producono, della cultura agricola, della grande tradizione olivicola toscana e non ultima la salvaguardia del territorio. Sono valori che ci accomunano – ha concluso la presidente – e continueremo la nostra missione impegnandoci sempre di più nella promozione e nella valorizzazione”.
Le sfide del Consorzio Vino Toscana
Con la nuova sede il Consorzio Vino Toscana è più vicino – anche geograficamente – ai propri produttori, che negli ultimi anni sono passati da poco più di 70 nel 2019 ai 390 di adesso. Considerando che le 15 cooperative operanti in Toscana sono tutte associate, ad oggi i soci sono circa 1600.
“Stiamo vivendo un momento piuttosto articolato dove è difficile dire se ci troviamo di fronte ad una situazione contingente o se stiamo assistendo ad un cambiamento strutturale – spiega il Presidente del Consorzio Vino Toscana Cesare Cecchi – ma in entrambi i casi il Consorzio dovrà adoperarsi per essere costruttivo a tutti i livelli e al contempo lavorare per sviluppare la percezione da parte della filiera e soprattutto dei consumatori, del prodotto Toscana IGT. Con la nuova sede contiamo di poter sfruttare al meglio la vicinanza con i produttori organizzando incontri e promovendo attività condivise: la nostra presenza dovrà essere catalizzatrice delle istanze dei soci e foriera di un messaggio sulla strategica importanza dell’identificazione territoriale e dell’unità di intenti nel contesto globale”.

Il Consorzio è impegnato nella tutela del nome geografico “Toscana” da contraffazioni, usi illeciti e usi impropri, sia a livello nazionale che internazionale. Sta portando avanti le registrazioni in alcuni paesi che non hanno accordi con la UE per la protezione delle DO e delle IG, primo fra tutti gli Usa.
E nella promozione di una identità territoriale che passa anche attraverso la modifica del Disciplinare di produzione, il cui iter iniziato nel 2024 ha già superato l’approvazione della Regione Toscana ed attualmente si trova in esame presso il MASAF ed il Comitato Nazionale Vini.
Saccardi: una collaborazione tra eccellenze
“La Toscana – ha detto all’inaugurazione la vicepresidente e assessora all’agricoltura Stefania Saccardi – si conferma ancora una volta terra di eccellenze, non solo per la qualità straordinaria dei suoi prodotti, ma anche per la capacità dei suoi attori di fare sistema. L’inaugurazione di questa nuova sede condivisa tra il Consorzio Vino Toscana e Laudemio rappresenta un segnale importante di collaborazione e visione comune. Due realtà diverse per storia e prodotto, ma profondamente unite dalla volontà di tutelare e promuovere il nostro patrimonio agricolo, paesaggistico e culturale. Come Regione, continueremo a sostenere tutte quelle iniziative che mettono al centro la filiera, il territorio e la qualità, perché sono questi i valori su cui si costruisce il futuro dell’agricoltura toscana”.